E’ iniziata ufficialmente oggi a Parma l’era di Giampietro Manenti, quinto presidente da quando Tommaso Ghirardi ha lasciato il club gialloblu. In Emilia però, l’umore è sotto i tacchi e a ben poco sono servite le parole dell’ambizioso imprenditore, portavoce della Mapi Group. In meno di una settimana, la nuova proprietà dovrà risolvere la grana legata alle mensilità di giocatori, staff e dipendenti, per evitare ulteriori penalizzazioni che condannerebbero alla Serie B con larghissimo anticipo.
La ricetta di Manenti: “Coinvolgiamo realtà locali ma consideriamo anche eventuali ingressi provenienti dall’Est Europa”.
A differenza dei suoi predecessori, Manenti si presenta a tifosi e giornalisti ben consapevole che per riportare l’entusiasmo servono i fatti. Di parole infatti, se ne sono sentite pure troppe da quella cordata misteriosa cordata albanese giunta a Parma senza essersi mai occupata di calcio. “Cari tifosi, fidatevi” chiede il nuovo presidente, “ci sono date importanti, ma stiamo facendo di tutto per riuscire a risolvere i problemi e già da domani arriveranno i pagamenti”. Manenti poi, illustra brevemente il suo ‘piano industriale’: “Anzitutto risolviamo la questione legata ai pagamenti e, una volta sicuri, chiediamo l’aiuto di imprenditori parmensi e di nazioni come Turchia e Slovenia, zone che conosco (la Mapi Group è una società di diritto sloveno, ndr)”.
“Salvezza? Non è impossibile vincerle tutte, ma nessun timore della Serie B: sappiamo cosa fare”.
Le speranze di mantenere la categoria sono davvero ridotte al lumicino per il Parma, ultimissimo in classifica e sempre più lontano dalla zona salvezza. “La squadra ci crede” confessa Manenti, “non molleranno e faranno di tutto per rimanere in Serie A, non mi pare impossibile arrivare a 40 punti”. Tuttavia, in caso di retrocessione, è già sul tavolo un piano per tornare nel calcio che conta: “Se dovessimo retrocedere, sappiamo già cosa fare per allestire una squadra fortissima che punti alla promozione diretta senza passare dai playoff”. Infine, Manenti conferma le voci che lo davano qualche mese fa, non solo vicinissimo al Brescia (“Abbiamo perso diversi mesi”), ma anche molto interessato alla società ducale: “C’è stato una telefonata con Ghirardi, ma poi non s’è più fatto nulla”.