NBA: Protagonisti inattesi
NBA: Protagonisti inattesi
Terminate le prime due gare di ogni serie, con le squadre che si sono spostate per giocare le due gare successive sul campo delle peggio classificate, non sono mancate ancora le sorprese, specialmente per quel che riguarda i protagonisti dei successi delle gare tre e quattro. Andiamo a vedere insieme dunque quello che è accaduto.
EST
Indiana (1) – Atlanta (8) 2-2
Gara tre è stata decisa da un contestato e in parte fortunoso canestro da tre allo scadere dei 24 secondi di Teague che pesta nettamente la linea laterale senza che gli arbitri se ne accorgano. La questione probabilmente farà modificare alla NBA il regolamento sull’istant replay, ma intanto la vittoria è andata agli Hawks. Con le spalle al muro in gara quattro, i Pacers hanno letteralmente visto l’inferno dell’eliminazione sotto di cinque lunghezze a pochi minuti dalla fine, ma grazie a due triple di George Hill e poi ad una di West hanno ribaltato la partita. George, top scorer di serata per i suoi, ha fallito i due liberi della sicurezza sul +3, ma Antic non ha trovato il canestro del supplementare. Si torna a Indianapolis, ma è evidente che i Pacers non sono ancora fuori dal tunnel. Da verificare che effetto psicologico avrà però questa vittoria.
Chicago (4) – Washington (5) 1-2
Difesa, cuore, ma anche e soprattutto un Dunleavy da 35 punti con 8/10 da tre e Nenè espulso nel secondo tempo per uno scontro con Butler. Questa la ricetta della vittoria di Chicago in gara tre. Priva del suo centro Washington ha perso in volata, e forse inizia a preoccuparsi, perché la NBA lo ha squalificato, in seguito all’espulsione, per gara 4. Questo riporta di molto la serie in equilibrio, ma se stanotte i Bulls non dovessero approfittare della situazione, per loro si farebbe comunque notte fonda. Interessante sarà anche vedere come si comporteranno i Wizards giocando con la pressione di dover vincere per ipotecare la serie.
Miami (2) – Charlotte (7) 3-0
Ammettiamo tutta la nostra difficoltà nello scrivere di una serie che appare già decisa e segnata, grazie ad un Lebron a quota 30 e 10 rimbalzi che mette un po’ di pepe guardando Michael Jordan con aria di sfida mentre si avvia a schiacciare in contropiede. Questo da secondo me l’idea di quanto anche i media nazionali, statunitensi e non, cerchino disperatamente qualcosa di cui scrivere in attesa della fine -scontata- di questa serie. Miami per la cronaca non ha messo neppure la quinta per arrivare sul +20 nel terzo quarto.
Toronto (3) – Brooklyn (6) 1-2
Il 30 è uscito nuovamente sulla ruota di DeRozan, ma stavolta non è bastato ai Raptors per espugnare il Barclays center di Brooklyn. Garnett ha fornito minuti di grande qualità ed energia, Pierce punti e leadership in abbondanza e Joe Johnson e Williams gli sono andati dietro con tutta la squadra. Toronto però resta avversaria ostica che anche in trasferta non ha mollato fino alla fine. Dovranno però dare tutto nella prossima sfida per non trovarsi con le spalle al muro già dalla quinta partita a Toronto.
OVEST
San Antonio (1) – Dallas (8) 1-2
Partita meravigliosa nella notte, che alcuni fortunati hanno potuto anche vedere in diretta sulla tv a pagamento. San Antonio ha avuto tantissimo da Duncan, che però per età e ritmo dei play off non è detto che sia in grado di garantire questa continuità per due partite di fila. Ginobili ha tirato maluccio ma smazzato assist e recuperato palloni, segnando il canestro del più due con un secondo e sette da giocare. Per Dallas, un Nowitzki sotto i suoi (immensi) standard. Ci hanno dovuto così pensare Ellis (massimo in carriera nei play off con 29) a riportare a contatto i Mavs, e Carter a sorpassare con la tripla della vittoria in quei 1’7” rimasti sul tabellone. Serie bellissima. Contro gli Spurs non scommetteremmo in ogni caso.
Houston (4) – Portland (5) 1-2
Houston doveva vincere, e soffrendo terribilmente ci è riuscita dopo un tempo supplementare grazie ad una decisiva tripla di Troy Daniels, uno che se non avete mai sentito nominare non vi rende comunque degli ignoranti di pallacanestro, perché fino a un mesetto fa svernava nella lega di sviluppo della NBA con la squadra satellite di Houston. Per i Blazers, Aldridge è tornato a sembrare un essere umano normale, segnando “solo” 23 punti e soprattutto fallendo tre tiri decisivi che nelle prime due gare aveva messo bendato e mentre dormiva. In gara quattro Portland ha ancora una chance di portare nettamente dalla sua parte una serie che rimane equilibratissima e spettacolare, non fosse altro che per gli altissimi punteggi che regala ad ogni partita.
Oklahoma (2) – Memphis (7) 2-2
Se parliamo di spettri di eliminazione, solo Indiana ne ha visti di simili a quelli dei Thunder, che hanno perso gara tre al supplementare dopo averla riacciuffata con un altro gioco da quattro punti, questa volta di Westbrook (Evidentemente questa cosa non porta molta fortuna a KD e compagni, comunque). In gara quattro gli stessi KD e Westbrook hanno tirato con un orrendo 11/45 dal campo, e pur conducendo per quasi tutta la partita, si sono fatti ancora rimontare e sorpassare da Gasol jr. e compagni. Sotto di 5 anche loro a meno di due minuti dal termine, sono stati salvati letteralmente da Reggie Jackson, uno che -volendo- avrebbe pure origini italiane, sponda Pordenone.
Per lui 32 punti, tripla del -2 e canestro del pareggio a seguire, più gli ultimi quattro decisivi liberi nell’overtime (l’ottavo in sedici sfide tra le due squadre..). Durant lo ha abbracciato a fine gara come fosse stato il salvatore della patria. Forse perché lo era per davvero.
Los Angeles Clippers (3) – Golden State (6) 2-1
Prova di forza e solidità per Los Angeles, che in gara tre recupera il fattore campo smarrito in gara uno. A guidare la truppa di coach Rivers, oltre al solito Paul, un immenso Blake Griffin che ha mostrato tutti i progressi sfoggiati finora in stagione regolare. A parte la prima partita, dove l’ala è stata limitata dai falli ad un minutaggio molto basso, i Clippers con lui in campo finora hanno sempre vinto. Non un caso. Lamentele sulla sponda di San Francisco per un fallo sul tiro finale di Curry non sanzionato dagli arbitri. Gli Warriors devono vincere in casa e provare a forzare almeno gara sei, ma i loro play off adesso sono un po’ più complessi di quello che si aspettavano dopo gara uno.
Marco Minozzi