La risposta di Silvio Berlusconi arriva poco dopo l’ora di pranzo. “A Juncker ripeto: rivendico il mio ruolo di amico storico del popolo ebraico e dello Stato di Israele, che è e resta unico presidio di libertà e di democrazia in tutto il Medio Oriente. Nulla e nessuno può mettere in discussione questa mia convinzione profonda”, scrive in una nota l’ex premier.
L’ex premier spiega: “Mi pare doloroso e spiacevole che la sinistra europea abbia compiuto l’ennesima speculazione, montando un caso su una mia frase, estrapolata dal contesto di un mio ragionamento sul candidato della sinistra Martin Schulz”.
Il fatto che Forza Italia sia un’importante componente del Partito Popolare Europeo non aveva evitato la feroce critica delle parole di Berlusconi su tedeschi e lager da parte di Jean-Claude Juncker, candidato dello stesso PPE alla Commissione Europea.
“Per i tedeschi non sono mai esistiti i lager” era stata la gaffe di Silvio Berlusconi. Imperdonabile per un popolo che dovrà caricarsi per secoli e secoli la vergogna dello sterminio di circa sei milioni di ebrei del vecchio continente.
Juncker, politico lussemburghese, non ci sta e replica a muso duro: su “alcune cose non si scherza”. Berlusconi deve scusarsi, secondo il leader della CSV: “scusarsi con i sopravvissuti all’Olocausto e con i cittadini tedeschi per le sue dichiarazioni”. Poi parla dei rapporti trai paesi dell’Unione: “l’Italia è una grande nazione ma anche la Germania è una grande nazione. Tutti i 28 Paesi della Ue sono grandi nazioni. Nessuno ha il diritto di insultare gli amici e i partners della Ue”.
A Juncker fa eco l’intero quadro politico del vecchio continente. Primo fra tutti è il candidato opposto a Junker, Martin Schulz, numero uno del Partito Socialista Europeo alla successione di Barroso che, nel 2003, fu denominato ‘kapo’, ancora da Berlusconi: “l’ex premier italiano è scandaloso. E’ sinonimo di odio, invidia e litigio”. Ancora, Schulz è un fiume in piena: “Berlusconi contraddice quello che l’Italia è: un Paese meraviglioso e con un grande popolo. L’Europa è invece sinonimo di pace e solidarietà tra i popoli e le nazioni. Questo non sarà minacciato dalle stupide parole di Berlusconi”, ha concluso il leader socialista tedesco. Gli fa eco la connazionale Angela Merkel la quale, attraverso il suo portavoce, Steffen Feibert, ha affermato come quelle di Berlusconi siano “affermazioni talmente assurde che il governo tedesco non le commenta”.
A queste dichiarazioni di condanna sono seguite decine di comunicati stampa, specialmente da parlamentari e Ministri tedeschi (“parole indicibili”, per Manuela Schwesig, titolare del Dicastero della Sanità). Non sono ancora arrivate, tuttavia, dichiarazioni ufficiali da Israele dove, proprio oggi, si celebra la giornata di ricordo delle vittime della Shoah.
Sono arrivate invece le repliche degli esponenti di Forza Italia. Il capogruppo alla Camera, Renato Brunetta, difende il suo leader e sintetizza così: “Le dichiarazioni di Juncker sono esse sì incresciose, e purtroppo figlie di un triste calcolo elettorale: la paura cioè di perdere i voti della Merkel – dice Brunetta – Altro che scusarsi con tedeschi ed ebrei. Berlusconi non ha affatto scherzato sull’Olocausto, né accusato a vanvera un popolo che stimiamo e amiamo, ma ha dato voce a un timore serio e realistico dell’opinione pubblica non solo italiana”.
“Ora che anche Juncker si dimostra succube di questa nouvelle vague prona alla Grande Germania – conclude Brunetta – che ha impoverito il sud dell’Europa e ingrassato i conti delle banche tedesche, la posizione di Berlusconi appare più che mai lungimirante e realistica”.