Riforme: scoppia lo scontro fra maggioranza e opposizione alla Camera. Esplode con violenza a Montecitorio tutta la tensione, finora tutto sommato latente, fra il governo e le opposizioni. In aula si sono verificati numerosi episodi che hanno visto coinvolte tutte le opposizioni: dopo il lancio in aula dei fascicoli degli emendamenti da parte di SEL, arrivano i cori del movimento 5 stelle ai danni del Presidente della Camera Laura Boldrini e infine si sfiora una rissa fra esponenti del NCD e la Lega Nord.
La causa scatenante degli scontri è certamente da imputare alla rottura del Patto del Nazareno, che ha indotto il relatore delle riforme istituzionali a Montecitorio, il forzista Francesco Paolo Sisto a dimettersi. Le opposizioni, Lega Nord e M5S, avevano allora chiesto che il provvedimento tornasse alla Commissione Affari Costituzionali, richiesta bocciata dalla maggioranza in aula con 124 voti di scarto.
Riforme: dal Pd proposta ‘seduta fiume’
Il PD, tramite il capogruppo Roberto Speranza aveva quindi chiesto al Presidente della Camera che si procedesse con la formula della “seduta fiume”, ovvero nella prosecuzione ininterrotta della seduta parlamentare in corso bloccando la presentazione di nuovi emendamenti. La scelta di Laura Boldrini di acconsentire alla richiesta della maggioranza aveva però scatenato le ire dei parlamentari grillini che hanno violentemente reagito
Già prima del voto alcuni parlamentari del M5S si erano spostati dalle loro postazioni verso l’emiciclo, costringendo i commessi a fare da scudo agli esponenti del governo. Dopo il voto era invece iniziato il vero baccano e i deputati m5s avevano incominciato dapprima a sbattere rumorosamente i fascicoli sul banco gesticolando “buffoni” nei confronti dei deputati PD, per poi a scandire lo slogan “serva, serva” nei confronti della Boldrini.
Boschi: “Si va avanti”, M5S “Ostruzionismo continua”
La bagarre è stata tale che il Presidente della Camera è stato costretto ad interrompere la seduta. Da registrare anche lo scontro avvenuto fra NCD e Lega Nord, dopo l’intervento dell’esponente NCD Sergio Pizzolante, che aveva chiuso il discorso con cui confermava l’appoggio alle richieste del PD, invitando l’aula ed evitare “speculazioni di bassa lega” precisando poi polemicamente “dico non a caso ‘bassa lega’”; la provocazione aveva scatenato la collera del carroccio e i commessi della camera ancora una volta erano dovuti intervenire per difendere il parlamentare.
Nonostante le difficoltà tuttavia la stretta sui tempi voluta dal PD è riuscita a produrre i suoi effetti, con l’approvazione di due punti essenziali della riforma e la riscrittura dell’art. 118 della Costituzione: è stata infatti abolita la legislazione concorrente fra stato e regioni e sono state abolite anche le province. Ma questa mattina un altro incidente ha contribuito ad alimentare la tensione in aula. Il ministro Maria Elena Boschi ha invitato le opposizioni a rinunciare all’ostruzionismo pena il ricorso alla seduta fiume. Invito rispedito al mittente dal deputato dei Cinque Stelle Riccardo Fraccaro. “Il ministro Boschi ci invita ad un confronto sulle riforme, ma il testo del Nazareno resta blindato: avanti con il costruzionismo M5S!”.
Durissimo il post dell’onorevole Manlio Di Stefano, riproposto di seguito