Il “gruppo di Normandia”, durante un vertice in Bielorussia, ha concordato una road map per porre fine alla guerra nelle regioni orientali dell’Ucraina.
Il nuovo accordo di Minsk
I leader di Ucraina, Russia, Germania e Francia hanno raggiunto un accordo sul cessate-il-fuoco nel Dombass. I colloqui di Minsk tra Petro Poroschenko, Vladimir Putin, Angela Merkel e Francois Hollande sono durati tutta la notte; dopo circa 17 ore cariche di tensione è stato annunciato l’esito positivo dei negoziati, anche se molte questioni sono rimaste aperte.
Il Presidente russo Putin ha dichiarato che la tregua comincerà allo scattare della mezzanotte tra il 14 e il 15 febbraio. Secondo una bozza dell’accordo pubblicata dal quotidiano Ukrainska Pravda il punto nodale della road map è la creazione di una “zona cuscinetto” tra i due eserciti.
Le armi pesanti ucraine e filorusse saranno allontanate di 150-40 chilometri, a seconda delle attrezzature in questione, rispettivamente dall’attuale fronte dei combattimenti e dalla linea di demarcazione stabilita durante i primi colloqui di Minsk del 19 Settembre, entro 14 giorni.
È stata prevista anche un’amnistia per i ribelli filorussi, la fornitura di aiuti umanitari nelle regioni devastate dai combattimenti e la ripresa delle prestazioni sociali. Altre clausole riguardano la liberazione dei prigionieri di entrambe le parti entro 5 giorni dall’arretramento delle armi pesanti. Inoltre, l’accordo prevede, anche se non è stata stabilita una timeline al riguardo, il ritiro di truppe regolari russe e gruppi armati irregolari ucraini.
Le autorità di Kiev si sono impegnate a realizzare una riforma costituzionale che permetta l’autogoverno delle regioni orientali, per mezzo di elezioni locali, e il decentramento dei poteri entro il 2015. Rispettando questo punto dell’accordo, il governo ucraino potrà riprendere il controllo del confine con la Russia.
Barlume di speranza?
Angela Merkel pur rilevando gli ostacoli ancora presenti sul cammino della normalizzazione ha detto che questo accordo rappresenta un “barlume di speranza”. Diverse le questioni rimaste irrisolte, tra di esse c’è lo statuto della città di Debaltseve, negli scorsi giorni al centro di aspri combattimenti tra separatisti ed esercito ucraino.
Putin afferma che i russi che combattono in Ucraina lo fanno a titolo individuale ma non è dello stesso avviso il Generale Ben Hodges. Intervistato dal The Washington Post, il comandante delle truppe americane in Europa ha detto che “è evidente dalla quantità di munizioni, dal tipo di attrezzature utilizzate che c’è un diretto intervento militare russo” a Debaltseve. Per questo motivo gli Usa continueranno ad addestrare l’esercito ucraino.