“La settimana che arriva sarà decisiva per capire se il processo riformatore va avanti oppure no. Non è in discussione la continuità del governo, ma l’ efficacia della sua azione”. Parola di Maurizio Sacconi, presidente dei senatori di Ncd, che in un’intervista al Corriere della Sera si sofferma sulla riforma di contratti e apprendistato: “Le modifiche introdotte in Commissione dalla sinistra del Pd hanno ridotto della metà la spinta propulsiva al mercato del lavoro contenuta nel provvedimento”.
Sacconi manifesta dunque più di una perplessità “Gli interventi in Commissione hanno oggettivamente incrinato la credibilità di Renzi. Per questo il tema non è solo quello di un negoziato. È qualcosa di più, la domanda se questo governo di coalizione anomala, che mette insieme socialisti e popolari su un tema storicamente divisivo come il lavoro, tragga dalla sua straordinarietà motivo di forza oppure di debolezza”. “Dobbiamo ripristinare – chiede l’ex ministro del Lavoro del governo Berlusconi – il testo iniziale sui contratti. A partire dalle sanzioni: la minaccia di trasformare in tempo indeterminato un contratto a tempo determinato, in caso di violazioni, inibisce le assunzioni al confine con la regola“. Tra le richieste di Ncd, anche l’eliminazione del “vincolo del 20 per cento degli apprendisti stabilizzati nei tre anni precedenti”. “La sinistra italiana – dice Sacconi – resiste sul lavoro e sulla spesa pubblica quanto Forza Italia sulle riforme”.
In relazione al capitolo riforme istituzionali, Sacconi afferma: “Le parole di Renzi di queste ore sembrano sbloccare uno dei punti più critici della riforma. È quella per cui alcuni consiglieri regionali diventano in via esclusiva senatori. Renzi sembra assumere la proposta del Nuovo centrodestra. Ma restano aperti due grossi nodi collegati: imbrigliare la finanza regionale e locale in Costituzione e ridimensionare i sindaci previsti nel Senato”.