Oggi a Roma i vigili urbani hanno scioperato. Lo sciopero nazionale, indetto dall’Ospol, ha visto scendere in strada centinaia di caschi bianchi (10mila secondo gli organizzatori) che sono partiti in corteo da piazza della Repubblica fino ad arrivare a Bocca della Verità. Motivo della protesta è chiedere al Governo una riforma che preveda l’equiparazione alle altre forze di polizia (“non possiamo essere considerati semplici dipendenti comunali” hanno detto in molti) e la protesta contro “l’ondata di fango gettata sui nostri colleghi dal Comune di Roma e dal sindaco Ignazio Marino” sul caso delle assenze durante la notte di Capodanno a Roma.
Diverse le novità previste dal ddl
Proprio su quest’ultimo punto si è espresso il ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia: “Il caso assenteismo dei vigili di Roma la notte di Capodanno ci servirà per scrivere il decreto legislativo con un’attenzione sull’assenteismo di massa e reiterato. Vogliamo che i procedimenti disciplinari abbiano un esercizio concreto e dove vogliamo anche rivedere le fattispecie”.
Tra le principali novità emerse nelle proposte di modifica al ddl delega sulla Pubblica Amministrazione (che ha ripreso il suo cammino in Senato proprio ieri 11 febbraio) c’è l’introduzione di norme in materia di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti, “finalizzate – si legge nel testo – ad accelerare, rendere concreto e certo nei tempi l’esercizio dell’azione disciplinare”, che come sanzione più grave prevede proprio il licenziamento.
Infine, sembra esserci una stangata, anche per gli idonei della Pubblica Amministrazione che “meritano attenzione” ha detto Madia “anche se questo non può tradursi, come per i vincitori di concorso in un diritto, una certezza”. Riguardo gli insegnanti “Quota 96” rimasti bloccati a lavoro per un equivoco contenuto nella legge Fornero sulle pensioni, “non si sono verificate le condizioni per un intervento unico” ha dichiarato il Ministro alle Pa “C’è però una consolazione, visto che circa mille professori della scuola stanno per ricevere delle lettere dall’Inps, che daranno loro il via libera all’uscita. Su un totale di quattro mila, ne resteranno «intrappolati» a lavoro circa tre mila”.