“Perchè Sanremo è Sanremo!”, così recita il ritornello ormai diventato tormentone, un evento che è l’emblema stesso dell’Italia, come l’inno di Mameli, la mamma, il calcio, il trionfo del nazional-popolare che non tramonta.
E’ proprio questo essere sempreverde la cifra del Festival, con il suo alternarsi di tradizione e trasgressione, le gaffes e le polemiche.
Sappiamo che la sua epoca d’oro, del resto in tempi di canale unico, va dagli albori della televisione agli anni ’70, gli anni di Nilla Pizzi, Mike Bongiorno, Mina, Luigi Tenco, Iva Zanicchi, Claudio Villa, Gigliola Cinquetti.
Negli anni della contestazione sembra avere avuto un appannamento che appariva definitivo, ma arrivano gli anni ’80 di Albano e Romina e dei Ricchi e Poveri a risollevarlo inaspettatamente.
L’offerta della Tv da allora si è allargata e pian piano soprattutto tra i più giovani il fascino della kermesse sanremese è andato ad appannarsi, ma ancora una volta il Festival ha saputo ritrovare il successo, risalendo da alcuni pessimi dati di share cominciati con gli anni 2000, in particolare negli anni 2004 (Simona Ventura), 2006 (con Panariello) e 2008 (con l’ultimo Pippo Baudo) in cui lo share scese sotto il 40%.
Come vediamo nell’infografica di seguito a ognuna di queste edizioni deludenti ci fu una risposta, per esempio il 2005 con Bonolis, ma anche il 2007 con Baudo stesso e poi dal 2009 in poi lo share si mantenne su buoni risultati, sfiorando il 48%, fino al 2014, quando la crisi si è ripresentata, con l’edizione presentata per la seconda volta da Fabio Fazio e Luciana Littizzetto. Share sotto il 40% e voci di declino.
Il 2015 è stato il ritorno ai livelli degli ultimi anni cancellando il flop del 2014, e anzi, si è trattato, con una media del 48,51%, del miglior risultato degli ultimi 10 anni, dall’edizione di Bonolis del 2005.
Sanremo: come cambia lo share per serata
Le serate clou del festival di Sanremo sono classicamente la prima e l’ultima, e lo schema classico vede un calo dello share nella seconda o terza serata per poi risalire in concomitanza della serata finale. Lo vediamo anche nella prossima infografica che illustra i dati di audience di ogni anno per serata. In alcuni casi vi è stato un calo del 10% di share tra a serata d’esordio e la seconda e la terza.
Tuttavia vi sono eccezioni, soprattutto negli ultimi anni complici probabilmente gli accorgimenti di invitare ospiti speciali ed illustri per compensare la poca attrattività delle fasi interlocutorie della gara canora. Così nel 2010 e nel 2011 la terza serata ha addirittura superato la prima nello share, evento ripetutosi quest’anno, in cui si è giunti al 49,5% di share, contro il 49,34% della serata di martedì, la prima.
Di seguito possiamo invece osservare l‘andamento dello share nei vari anni in base alla serata del festival Sanremo, un andamento che rispecchia quello già visto della media delle serate, si notano bene gli anni di maggiore crisi, tra il 2004 e il 2008, in cui le serate centrali avevano avuto dei cali, nel 2004 in particolare per la prima volta la terza serata scese sotto il 30% di share.
Il 2015 invece è riuscito a segnare dei risultati ottimi, si è trattato del secondo miglior share per la prima e per la terza serata delle ultime 10 edizioni, con quasi il 50%, livello raramente raggiunto per questo tipo di serate.
Sono state queste serate a contribuire al record decennale del 2015, visto che l’ultima ha avuto uno share buono, al 54,21%, ma superato da diverse altre edizioni dell’ultimo decennio.
Nel complesso Carlo Conti e la RAI possono cantare vittoria, sono riusciti a compiere una piccola impresa, facendo parlare del Festival di Sanremo, e farlo seguire, pur in tempi di social network, Tv digitale e internet, quando sempre più sono le alternative al Festival di Sanremo a livello di intrattenimento.
Sanremo non sfonda su twitter
Per DatamediaHub Sanremo non è riuscito ad appassionare il popolo di Twitter. Su un’audience che ha toccato cifre superiori ai 15 milioni di telespettatori gli unique authors su Twitter sono stati circa 182 mila, con quasi 2 milioni di tweet, in particolare nella prima e nell’ultima serata. Di fatto poco più dell’1% di chi seguiva Sanremo ha pensato di twittare qualcosa, condividendo la propria opinione.
Questi dati più che dirci qualcosa su Sanremo tuttavia al massimo ne dicono su Twitter, social molto particolare, focalizzato più sulla politica e l’attualità che su un fenomeno nazional-popolare come Sanremo, che si conferma invece in sintonia con il Paese, oggi come 60 anni fa