Non cessano le polemiche intorno alle riforme costituzionali votate a colpi di maggioranza, con le opposizioni fuori dall’Aula per protesta. Il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta, critica il metodo adottato dal premier. “Il metodo non ci ha solo offeso, ma ha rivelato la natura da bullo di provincia di Renzi. Il Nazareno era un riconoscimento reciproco per le riforme costituzionali. E l’elezione condivisa del capo dello Stato era uno degli elementi fondanti. Renzi ha stracciato il patto per tenere unito il suo partito. E Denis Verdini, che si era speso per il superamento della guerra civile strisciante, è la prima vittima di Renzi”
Critiche rispedite al mittente dal vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini. “Nessun pentimento, rivendico la scelta sul voto a maggioranza della riforma costituzionale” afferma in un’intervista al Corriere della Sera, l’esponente democrat. “Avremmo preferito votare con tutti i gruppi in Aula, ma la nostra volontà di procedere su un tema così importante non poteva venire meno. Negli ultimi vent’anni c’è stato sempre qualcuno che ha fatto saltare le riforme esercitando un potere di veto. Noi questa riforma l’abbiamo costruita in Parlamento con chi ci voleva stare. Quel testo era stato votato anche da Forza Italia, al Senato e poi in commissione alla Camera. Ed è stata Forza Italia a cambiare idea, come reazione sbagliata al passaggio del Quirinale”. Quindi aggiunge: “Se qualcuno cambia idea e vuole sedersi al tavolo noi siamo ancora disponibili e interessati, però decidano loro il da farsi, visto che sono stati loro e non noi a lasciare la sedia vuota”.
Tesi condivisa anche dal capogruppo Pd alla Camera, Roberto Speranza. “Nessuno di noi ha vissuto con serenità l’emiciclo mezzo vuoto, un grande e responsabile partito come il Pd deve fare di tutto per creare condizioni diverse. Già l’altra notte avremmo potuto chiudere con il voto finale. Non lo abbiamo fatto proprio per lasciare un ulteriore dialogo con le opposizioni. Mi impegnerò per costruire le condizioni che riportino le opposizioni in aula”.