Bologna, 1 maggio 1994: all’Ospedale Maggiore muore Ayrton Senna, uno sportivo immenso e considerato il più forte pilota di Formula 1 mai esistito. Quella assurda domenica di 21 anni fa, in quella maledetta curva Tamburello del circuito di Imola, il grande Ayrton ci salutava per sempre, dopo aver vinto tutto e aver scritto la storia di uno sport affascinante ma pericolosissimo. Gli ultimi anni alla McLaren sono assai problematici per il pilota brasiliano che nel 1994 accetta l’offerta della Williams. Con la scuderia britannica le cose non vanno subito bene e qualche giornale inizia a parlare di un interesse della Ferrari. Si giunge al week end imolese, importantissimo per la stagione di Senna che, in caso di vittoria, tornerebbe in corsa per il mondiale. In gara le cose sembrano finalmente andare per il verso giusto fino ma, al settimo giro…
L’arrivo alla Williams
Dopo aver vinto per due stagioni di fila, Senna fatica a competere con le Williams, troppo veloci rispetto alla sua McLaren: sono anni difficilissimi per il brasiliano, da sempre abituato a vincere. Nel 1994, ecco che il destino riserva al brasiliano un’altra grande occasione: Alain Prost, pilota Williams, si ritira e viene chiamato proprio Senna a sostituirlo. E’ il momento giusto per ritornare sul tetto del mondo, ma le prime gare della stagione sono una delusione e vedono trionfare il giovane Michael Schumacher alla guida della Benetton.
Imola 1994
Si giunge, così, al weekend di Imola e a quella tre giorni infernale, che nessuno dimenticherà mai e che comincerà con il pauroso incidente durante le prove libere del venerdì. Rubens Barrichello ‘volerà’ con la sua Jordan alla variante bassa ma, fortunatamente, il pilota riporterà solo qualche ferita e tanta paura. Il clima tra i box è di grande preoccupazione, con molti piloti, Senna compreso, che discutono sulla sicurezza, argomento sul quale si farà molto, purtroppo, soltanto dopo quei giorni. Sabato è il giorno delle qualifiche e, inevitabilmente, la tensione sale, soprattutto ai box Williams dove dopo i primi due GP, si parla già di crisi tra la scuderia e Ayrton Senna. Il brasiliano, però, ottiene la pole position e può finalmente tornare a sorridere dopo dei mesi molto duri.
Tragedia Roland Ratzenberger
Le prove si stanno svolgendo al termine quando in pista scende l’austriaco Roland Ratzenberger con la sua Simtek. Il pilota, coetaneo di Senna ( entrambi, infatti, classe 1960 ) è alla sua prima stagione in Formula 1, un sogno che si è realizzato un po’ tardi, a 34 anni e che si interrompe drammaticamente alla curva Villeneuve. La sua monoposto si schianta a più di 300 km/h e per l’austriaco da subito le condizioni appaiono disperate. Nemmeno il trasporto all’Ospedale Maggiore di Bologna lo salva, e Ratzenberger muore subito dopo essere arrivato nel capoluogo emiliano.
Dopo quel week end si è iniziato a parlare di sicurezza in pista
Chi è stato sempre vicino ad Ayrton, anche in quel disgraziato week end, ha recentemente confessato che il pilota non voleva correre quel GP perché visibilmente scosso dalla morte del collega Ratzenberger e molto preoccupato per la sicurezza su quel tracciato. Tuttavia il pilota tre volte campione del mondo, sapeva benissimo che quel week end poteva riportarlo davanti a tutti, rilanciandolo dopo gli ultimi anni bui passati a Woking. Al pronti via del GP di San Marino, il primo incidente, con le monoposto di Lehto e Lamy coinvolte, quattro spettatori feriti e l’ingresso della safety car. Sono istanti di grande tensione tra i piloti, desiderosi di riportare la serenità e lo spettacolo in un ambiente colpito duramente e senza pietà solamente 24 ore prima.
L’ultimo giro di Ayrton
Sono le 14.17 quando la safety car abbandona il circuito e per Senna inizia il settimo giro, l’ultimo della sua vita. Finalmente la sua Williams è al comando, e il pilota può gestire una gara senza dover inseguire nessuno. Quando il brasiliano affronta la curva Tamburello, da lui definita pericolosa qualche tempo prima, quella potente e silenziosa mano lo chiama a sé, strappandolo con violenza dal mondo terrestre. Ayrton Senna viene estratto con fatica da quel che resta della sua monoposto: il pilota è in condizioni gravissime.
Il Brasile piange un eroe
Sid Watkins, il medico ufficiale della FIA e amico di Senna, racconterà qualche tempo dopo gli ultimi istanti della vita del campione brasiliano. “Senna emise un sospiro, e il suo corpo si rilassò. Fu in quel momento che, io non sono religioso, ma in quel momento pensai che il suo spirito avesse lasciato il corpo”. Ayrton Senna, dopo aver salutato per sempre una monoposto di Formula 1 e dopo aver detto addio ad ognuno dei suoi tifosi sparsi per il mondo, verrà trasportato in fin di vita in elicottero all’Ospedale Maggiore di Bologna, dove morirà attorno alle 18.40. Quella sera, tutto il mondo si vestiva a lutto per la perdita di una persona cara. Quel 1 maggio 1994 il Brasile perdeva uno dei suoi figli più amati, e non bastarono tre giorni di lutto nazionale e di tante, tantissime lacrime in ogni casa brasiliana.
A San Paolo, il giorno dei funerali, tre milioni di persone se non di più scesero in strada a dare l’ultimo saluto al loro eroe. Da quel 1 maggio 1994, tutti ci sentiamo più soli.