Nella sua ultima intervista Muhammar Gheddafi, per 42 anni rais della Libia, aveva detto: “la scelta è tra me o Al Qaeda”.
Ultima intervista
Il 7 Marzo 2011, Muhammar Gheddafi veniva intervistato da Laurent Valdiguiè per il Journal du Dimanche, in Italia il testo venne tradotto e ripreso dal Corriere della Sera. Il leader della Libia che aveva preso il potere nel 1969, spodestando Re Idris I, in quell’occasione ha avvertito l’Occidente: permettere, se non proprio provocare, la dissoluzione della Jamahiriya (Repubblica popolare) da lui fondata comporterà l’islamizzazione del Nord Africa e “avrete la jihad di fronte a voi, nel Mediterraneo”.
Le sue parole furono scambiate per auto-celebrazione – “il regime qui in Libia va bene, è stabile” – di fronte all’avanzare della cosiddetta “primavera araba”, il movimento di proteste che avrebbe dovuto portare una ventata di diritti e democrazia nel mondo arabo.
Per Gheddafi, invece, “gli eventi sono stati presentati all’estero in modo molto diverso. E’ stato detto che si sparava su manifestanti tranquilli… ma la gente di Al Qaeda non organizza manifestazioni! Non ci sono state manifestazioni in Libia! E nessuno ha sparato sui manifestanti! Ciò non ha niente a che vedere con quanto è successo in Tunisia o in Egitto! Qui, gli unici manifestanti sono quelli che sostengono la Jamahiriya”.
Il leader libico sentiva di poter far fronte alla protesta, diversamente dai governi di Tunisia ed Egitto, in virtù della fiducia nutrita dal popolo nei suoi confronti: “qui il potere è in mano al popolo. Io non ho potere, al contrario di Ben Ali o Mubarak. Sono solo un referente per il popolo. Oggi noi fronteggiamo Al Qaeda, siamo i soli a farlo, e nessuno vuole aiutarci”.
Isis alle porte
Il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni ha dichiarato che l’Italia è pronta a combattere in Libia nel quadro della legalità internazionale, dello stesso avviso il ministro della Difesa Pinotti che ha aggiunto come l’impegno dell’Italia nel paese nord africano potrebbe essere “numericamente significativo”. Anche se le forniture negli ultimi due anni sono state incostanti, il 21% del petrolio e il 10% del gas acquistato dall’Italia proviene dalla Libia.
Da quando il regime di Gheddafi è caduto ci sono state due elezioni parlamentari, nel 2012 e nel 2014, ma il territorio libico non è mai stato totalmente sotto il controllo delle autorità. Al momento il governo di Abdullah al Thinni, riconosciuto dalla comunità internazionale, governa a Est, con sede a Tobruk, mentre la parte Ovest del paese, compresa la capitale ufficiale Tripoli, è in mano alle milizie islamiste riunite in una coalizione denominata “Alba della Libia”.
In più due città libiche, Derna (vicina a Tobruk) e Sirte, sono sotto il controllo di milizie reputate vicine allo Stato Islamico.