L’associazione Openpolis torna a occuparsi della politica italiana, con la solita puntualità e precisione. È di oggi, infatti, l’ultimo rapporto, che arriva in occasione del primo anno di governo Renzi (entrato in carica il 22 febbraio 2014) e propone un interessante parallelismo con gli esecutivi precedenti Berlusconi, Monti e Letta.
In primis vengono analizzate le composizioni dei 4 governi, ponendo l’attenzione anche alle questioni di genere. A prevalere, come prevedibile, la componente maschile, anche se con l’ex sindaco di Firenze è stato parificato almeno il ruolo dei ministri (non quello di viceministri e sottosegretari, ruoliin cui gli uomini primeggiano).
Interessante anche l’analisi sull’età media dei componenti dell’esecutivo: nettamente avanzata quella del governo Monti (64 anni), molto inferiore quella della squadra renziana (48 anni). Nella media nazionale i governi Berlusconi e Letta (52 e 53 anni). L’esecutivo di Matteo Renzi piazza anche tre under 40 di rilievo: Maria Elena Boschi, Marianna Madia e Maurizio Martina.
Formazione dei governi
Relativamente alla composizione della coalizioni di governo, Open Polis segnala come, a partire dal 2008, “tutti i partiti hanno effettuato continui cambi di tattica senza tuttavia aver ancora raggiunto un punto di equilibrio né per loro stessi né per il sistema nel suo complesso. Vi è una perdurante oscillazione fra la costruzione di un fronte più ampio e la valorizzazione delle singole entità, fra il ricompattamento di un’area politica e la sua disarticolazione.
Indicative sono le variazioni degli schieramenti politici. Le principali coalizioni, snelle nel 2008, diventano enormi nel 2013: il Centro-Sinistra passa da 2 a 10 liste mentre il Centro-Destra passa da 3 a 11 liste. Si tratta di raggruppamenti la cui compattezza viene subito meno all’inizio della Legislatura quando bisogna decidere se prendere parte o meno ad un Governo di unità nazionale”. L’eccessiva frammentazione non si è comunque riflettuta troppo sulle compagini governative: nell’attuale esecutivo sono rappresentanti 3 partiti (Pd, Ncd-Udc e Scelta Civica). In quello Berlusconi addirittura due (Pdl e Lega Nord).
Il Governo prevale sul Parlamento
Per quel che concerne il sistema politico italiano, a fare la parte del leone è sempre di più il Governo. “Talmente centrale – si legge – da aver nei fatti provocato la ridefinizione del rapporti fra istituzioni, forzando non poco l’equilibrio sancito della Costituzione. Prova di ciò è la sua enorme capacità di determinare il processo di formazione delle leggi. Trattandosi di uno spostamento di potere, ovviamente, vi è chi ha subito la diminuzione delle proprie capacità, ed è il Parlamento”.
Lo si evince da diverse percentuali: iniziativa (80% delle leggi di iniziativa del Governo – 20% di iniziativa del Parlamento), % successo (il 30% delle proposte del Governo diventa legge mentre neanche l’1% del Parlamento), tempi (mediamente una proposta del Governo diviene legge in 112 giorni mentre una del Parlamento in 337).
“A tal fine – continua Open Polis – è stato sempre maggiore il ricorso al voto di fiducia. Non solo sui provvedimenti particolarmente dibattuti ma anche come metodo consolidato per compattare la maggioranza e restringere il dibattito d’Aula. Il rapporto fra leggi approvate e fiducie richieste ha raggiunto nuove vette con gli esecutivi Monti e Renzi, entrambi intorno al 45%.
Infine, interessante soffermarsi sulle priorità dei diversi governi. Lavoro con Renzi (approvazione Jobs Act), il dibattito legato a province ed enti locali con Letta e il focus su imprese e efficienza della Pubblica Amministrazione con Monti.