Plus/Minus NBA Finals: 1-1 Cavs. Ma l’eroe è una sorpresa
Finali NBA. Gara 2. Ok, abbiamo un problema. C’è un protagonista con una storia bellissima e non sappiamo nemmeno come si pronuncia esattamente. Eh sì perché Matthew Dellavedova (accento sulla e all’italiana o sulla o all’americana? )è l’uomo copertina di questa seconda serata di finale, visto che nei momenti decisivi della gara mette costantemente il suo zampino.
Altra splendida gara alla faccia delle assenze
All’inizio della partita i pareri sono quasi unanimi nel ritenere che senza Irving e Love non ci sarà storia, e Golden State non fa nulla per smentire i pronostici cavalcando un Klay Thompson in serata e volando subito sul 20-12. Opposto esatto di gara uno, ma alla stessa maniera la rimonta arriva e i Cavs dimostrano di esserci alla grande, nonostante pessime percentuali al tiro. La squadra di Blatt addormenta il ritmo ogni volta che può, appoggia ovviamente il gioco attorno a LeBron ma sfrutta anche la verve di James Jones e soprattutto quella di un Mozgov ispiratissimo. Dall’altra parte Thompson esce presto dopo un dubbio secondo fallo, Curry spadella malamente e detto fatto Cleveland piazza un 17-6 che gela il pubblico in maglia gialla. LeBron e Klay Thompson chiudono il primo tempo sul 20 pari e con le squadre a sole due lunghezze di distanza, ma è nella ripresa che la gara si accende, per intensità più che per qualità, viste le pessime percentuali al tiro. L’immagine del momento Warriors la da la schiacciata da solo che Speights sbaglia sul finire del terzo quarto con Cleveland avanti di tre. Green, Barnes ma soprattutto Curry sono un fattore al contrario, mentre dopo sei errori consecutivi Dellavedova piazza due canestri che mandano avanti i suoi. A tre minuti dalla fine un siluro da otto metri di James scrive 83-72 sul tabellone. Sembra quasi fatta ma due triple consecutive è un paio di errori scriteriati di JR Smith riaprono il discorso, che come due giorni prima si deve risolvere in overtime.
Secondo overtime in due partite
Stavolta i Cavs partono più convinti con una tripla di un fin lì anonimo Shumpert, la gara resta in equilibrio fino al momento in cui Golden State sorpassa e va avanti di uno. LeBron reclama almeno un paio di fischi a favore che la terna arbitrale gli nega, ma la sostanza è che anche il tiro finale non va a bersaglio. Sembra l’ennesima beffa per la squadra dell’Ohio, ma dal nulla a rimbalzo spunta il più piccolo di tutti, proprio Dellavedova, che subisce fallo e con freddezza mette i due liberi più importanti della sua vita. Resta ancora tempo per un time out ed una azione Warriors. La palla finisce ovviamente all’MVP che però pressato dallo stesso australiano lascia partire un tiro cortissimo. Il due su due di James ai liberi dopo il fallo obbligato, e la mancanza di altri time out scrivono la parola fine su una gara di rara intensità, ma non ovviamente su una serie che avrà ancora moltissime cose da dire, visto che ora ci si sposta sul lago Erie per i prossimi due episodi. James come sempre è l’uomo che fa la differenza, con una sontuosa tripla doppia e con la palma di top scorer, ma senza il contributo decisivo del piccolo play di riserva oggi probabilmente si parlerebbe di un 2-0 che lascerebbe ben poche possibilità ai giallo blu.
Pensare che dopo gara uno i Cavs se lo erano dimenticato giù dal pullman al ritorno dalla Oracle Arena, e lui era dovuto tornare all’albergo cercando un passaggio con il servizio Uber. A dimenticarselo stavolta sono stati gli Warriors, pagandone il prezzo in maniera carissima. Non ricapiterà. A nessuna delle due.