L’idillio fra Marchionne e Renzi continua imperituro. “Sono gasatissimo dai progetti di Marchionne” ha detto il presidente del Consiglio, dopo la visita al Centro Stile Fca e allo stabilimento di Mirafiori. Un’affermazione che ricambia quella fatta una settimana fa dall’ad di Fca (“Renzi ha fatto in 11 mesi ciò che nessuno ha fatto in anni”).
Il capo del governo ha poi elogiato l’industria italiana. “L’industria della lagna non è vincente, ma quella dell’innovazione e della curiosità. L’immagine del paese è quella di una industria della lagna e questo mi rammarica. In tutti i talk show si parla di cervelli all’estero e a noi restano pancreas e fegato”. “Noi – ha osservato il premier – siamo un paese manifatturiero, secondo alla Germania, ma li riprenderemo”.
Renzi: “Italia luogo dell’innovazione”
“Siamo – ha ammeso Renzi – una realtà che continua ad avere molti limiti, fare le riforme vuol dire superarli. È vero che siamo il Paese degli spaghetti e delle opere d’arte, e questo va bene, ma l’Italia è stata, è e sarà anche e soprattutto il luogo di innovazione e ricerca che nasce dalla curiosità. La storia del nostro Paese è fatta di grandi capolavori, ma oggi qui abbiamo anche la storia di quelli che hanno provato a immaginare il futuro un po’ prima degli altri. È una capacità del nostro Paese quella di costruire pezzi di futuro” ha concluso Renzi.
Renzi: “In Italia ci sono atenei di serie A e di serie B”
Il premier ha poi partecipato all’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico. “La scuola, l’università e la ricerca sono la carta vincente per uscire da anni di crisi” ha detto Renzi agli studenti. “Quello che per me è fondamentale è fare un passo in avanti, occorre investire sul capitale umano, sull’educazione e sulla qualità. Stiamo chiudendo in questi giorni il pacchetto sulla scuola, forse non il migliore del mondo, io cerco di cambiare le cose, non di storcere il naso, abbiamo scelto di combattere quelli che sostengono che l’italia sia irriformabile e che tutto deve rimanere come è. Qui invece c’è il futuro del made in Italy, che non è solo vestiti, cibo e cultura ma soprattutto qualità, ingegneria e architettura. Quando vengono in italia, i ‘ceo’ delle aziende straniere ci dicono quanto sono bravi i nostri ingegneri e designer. Ecco, la scuola, l’università e la ricerca – ne sono convinto – sono una carta vincente per uscire da anni di crisi, rassegnazione e stanchezza.Certo, negare che vi siano diverse qualità nell’università è ridicolo. Ci sono università di serie A e B nei fatti e rifiutare la logica del merito e la valutazione dentro l’università e pensare che tutte possano essere uguali è antidemocratico, non solo antimeritocratico”.