La Giunta regionale della Lombardia ha “deliberato l’impugnativa davanti alla Corte Costituzionale della legge di stabilità 2015”: lo ha annunciato il presidente Roberto Maroni, in una conferenza stampa. Maroni contesta le modalità dei tagli alle Regioni e le norme sul personale delle Province, “aspetti lesivi dei poteri dati alle Regioni dalla Costituzione”.
In particolare, l’impugnativa della Regione riguarda la “ripartizione dei tagli in base al pil e popolazione residente come unici indicatori. Questo sfavorisce le regioni virtuose come la Lombardia, la riduzione della dotazione organica del 30 per cento per la Provincia e del 50 per la città metropolitana, ledendo la podestà legislativa regionale” e violando “il principio delle autonomie” perché costringe la Regione al ricollocamento del personale, come spiega il presidente lombardo. “Non e’ una dichiarazione di guerra”, sostiene Maroni. “Vogliamo solo ristabilire i principi della Costituzione italiana, non far cadere il governo Renzi”, che perpetra “palese violazione delle norme costituzionali”.
Polemica con Alfano sui clandestini
Sui clandestini non accetto ordini dai burocrati del ministero degli Interni. “L’intenzione del ministero degli Interni è di mandarci qui i clandestini? Mi spiace ma non funziona così, noi abbiamo accolto già tanti profughi ma non possiamo accettare che dei burocrati del ministero dell’Interno ci dicano cosa dobbiamo fare“, ha spiegato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni. “Il Governo deve chiamarci e concordare con noi un piano, cosa che finora non è avvenuta. Bisogna fare come ho fatto io quando ero ministro dell’Interno ovvero convocare le Regioni a un tavolo e concordare un piano altrimenti da noi non avranno nessuna collaborazione” ha proseguito Maroni.