Maurizio Sarri è stato l’allenatore rivelazione dell’anno. Il suo Empoli nella stagione appena conclusa ha sorpreso tutti, esprimendo un calcio sempre frizzante e propositivo e mettendo in luce tanti giovani talenti. Stagione fatta di gioie, sorprese e soprattutto bel gioco, così bello da attirare l’attenzione di molti club italiani e stranieri. Su tutti il Napoli, che non se l’è lasciato sfuggire.
Perché si
Si, perché Sarri è un uomo di campo dedito al calcio ventiquattro ore al giorno, sette giorni su sette; è passato attraverso tanta gavetta ed è uno degli allenatori più preparati in Italia sotto il profilo tattico. Cura in maniera maniacale la fase difensiva : difesa alta , con la linea a 4 che attacca costantemente la palla. Cerca di essere corto dietro, ma offende sempre con 6/7 uomini chiedendo tanto pressing e sacrificio ai suoi. Il risultato è un gioco armonico e brioso in cui tutti gli ingranaggi si muovono al momento giusto. Ha personalità e carisma ed è particolarmente attento alla crescita e allo sviluppo dei giovani. Intorno alla sua figura si potrà costruire un progetto nuovo e di ampio respiro ma avrà però bisogno di tempo, fiducia e di un mercato, magari anche ‘low cost’, ma che si adatti alle sue idee.
I dubbi
Accanto alle certezze la scelta di Sarri porta con se però tutta una serie di dubbi. Innanzitutto il nuovo Napoli che sta nascendo, è tornato al passato rispetto al biennio Benitez e che se da un lato recupera in ‘made in Italy’ dall’altro perde quella risonanza e quel fascino internazionale che aveva acquisito grazie al tecnico spagnolo. In molti sono pronti a scommettere che figure come Callejón o Higuain potrebbero seguire le orme del neo allenatore del Real Madrid e lasciare Napoli. Da valutare inoltre, ‘l’inesperienza’ del tecnico, alla prima chance non solo in una big, ma in una piazza particolare come quella partenopea dove le pressioni e le aspettative dei tifosi sono sempre altissime. La scelta di Sarri è poi anche legata al fattore economico. La mancata qualificazione in Champions ha ridotto gli introiti , e il mercato sarà probabilmente un mercato al risparmio. De Laurentiis in questo contesto aveva quindi bisogno di una figura che potesse dargli piena disponibilità e collaborazione e che non fosse eccessivamente ingombrante . La scelta dell’ex ds del Carpi Giuntoli sembra confermare questa direzione. Il Napoli assumerebbe in questa ottica un connotato preciso: l’allenatore fa l’allenatore, al resto (mercato, strutture, gestione) ci pensa la società. Tanti quindi i dubbi, una sola la certezza: per il tecnico questo è uno di quei treni che passa una sola volta nella vita, dovrà quindi prenderlo al volo, zittire gli scettici e mostrare a tutti che all’ombra può comodamente starci.
Stelio Pagnotta