“L’Italia nel 2011 non entrò subito in guerra contro la Libia, come fecero Francia e Gran Bretagna. Solo dopo il via libera dell’Onu, io mi convinsi della necessità dell’intervento e l’ok del governo ci fu il 17 marzo 2011 in una riunione notturna che facemmo al teatro dell’Opera con il presidente della Repubblica Napolitano, il premier Silvio Berlusconi e il ministro degli Esteri Frattini“.
Così Ignazio La Russa (deputato di Fratelli d’Italia), intervenuto a ‘L’Aria che tira‘ (La7), racconta per la prima volta l’aneddoto di come il governo Berlusconi prese la decisione di intervenire in Libia quando lui era ministro degli Esteri. “Eravamo tutti a teatro per una celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia e – spiega – dovetti insistere per convincere Berlusconi che non voleva assolutamente intervenire contro Gheddafi, dicendo che aveva dato la sua parola al Rais”.
Insomma, dalle parole dell’ex ministro della Difesa, pare che l’ex premier fosse tra i più contrari in Europa a fare la guerra all’ex raìs libico. Per quanto riguarda il bombardamento, La Russa specifica come l’Italia partecipò solo alla fase finale dei bombardamenti e non a quella iniziale, comandata da Francia e Regno Unito. Trai due leader, infatti, la sintonia era quasi totale: basti ricordare l’episodio dell’estate 2009, quando Gheddafi venne ricevuto con tutti gli onori (eccessivi e di cattivo gusto a detta di molti) a Roma, dove firmò importanti accordi commerciali con l’Italia.