Dopo cinquantasei anni l’Italia torna in deflazione. Lo dicono i dati Istat, che hanno rilevato anche una crescita di fatturato ed ordinativi dell’industria dopo due anni negativi.
Prezzi al consumo: Italia in deflazione
Confermata la stima preliminare sui prezzi dell’Istat, che parlava di deflazione. La variazione congiunturale registrata dal Nic, l’indice Nazionale dei Prezzi al Consumo, tra dicembre 2014 e gennaio 2015 fa registrare un -0,4%, che diventa un -0,6% se si paragonano l’ultimo gennaio con quello di un anno fa.
Sono soprattutto il calo dei prezzi di beni energetici non regolamentati (cioè benzina verde, gas a Gpl, gasolio e gas a bombola) e il settore dei trasporti a determinare sia la flessione dell’indice annuale sia di quello mensile. Al netto dei prezzi maggiormente volatili, identificati con i beni energetici ed alimentari non lavorati (ossia la carne fresca, il pesce fresco, le uova, il latte, la frutta e la verdura), l’inflazione “di fondo” rallenta: a dicembre essa era al +0,6%, mentre a gennaio è scesa allo 0,3%. Per il 2015, poi, è prevista un’inflazione acquisita pari al -0,6%.
Cala il costo del “carrello della spesa”
Cala anche il costo del “carrello della spesa”, che comprende quei prodotti definiti dall’Istat come “ad alta frequenza”: -0,5% rispetto a dicembre, -1,4% rispetto a gennaio 2014. Tengono, invece, i prezzi dei beni alimentari e a largo consumo, inerenti alla cura della persona e della casa, che non subiscono variazione rispetto a un anno fa e aumentano di o,5% nel paragone con novembre.
In crescita di 0,2%, poi, il differenziale inflazionistico mensile tra il prezzo dei beni e il tasso di crescita dei prezzi dei servizi. I primi registrano un -1,5% rispetto all’anno scorso e un -0,8% in paragone a dicembre, mentre i secondi si dimezzano rispetto al mese precedente, toccando quota +0,5%.
Registrano il segno meno anche gli altri due indici rilevati dall’Istat in termini di prezzo al consumo: l’Ipca (Indice dei prezzi al consumo armonizzato per i paesi dell’Unione Europea), che, a gennaio 2015, è calato dello -2,5% su dicembre e dello -0,5% sul gennaio dell’anno precedente e il Foi (Indice dei prezzi al consumo delle famiglie di Operai e Impiegati), che scende dello 0,5% su dicembre e dello 0,7% su gennaio 2014.
Balzo in avanti degli ordinativi industriali e del fatturato
Giova alla ripresa dell’industria il balzo in avanti degli ordinativi, che crescono del 4,5% tra novembre e dicembre 2014 e del 5,8% nel paragone tra dicembre 2013 e 2014. In particolare, nell’ultimo mese dell’anno passato, il mercato estero ha trainato gli ordinativi con un +8,1%, con una crescita più limitata di quello italiano (+1,8%). Maggiormente richieste le apparecchiature elettroniche (+33,6%), mentre calano computer e prodotti di elettronica ed ottica (-34,9%).
Anche il fatturato, poi, ha avuto valori positivi: su base annua, la crescita ammonta allo 0,9%, mentre rispetto a dicembre 2013 esso cresce di 0,1%, che diventa un +1,4% nel paragone con novembre 2014. Anche in questo ambito è il mercato estero a dare i maggiori introiti, con il mercato italiano in ripresa soprattutto negli ultimi trenta giorni dell’anno appena passato (+0,8%) e in calo in proporzione al 2014 (-1,2%).