“Un nuovo centrosinistra va costruito. Le differenze esistono e i diritti umani e civili sono una frontiera di civiltà. Su questo ci vediamo in Parlamento e nel Paese”. A parlare è Gianni Cuperlo, esponente della SinistraDem, che – intervistato dal quotidiano Repubblica – si inserisce ancora una volta nelle riflessioni sul futuro del centrosinistra e del PD, stretto tra la rivoluzione renziana e gli altri approdi chiesti dalla minoranza.
Secondo Cuperlo andrebbe operata una sterzata, a partire dal lavoro: “Noi di SinistraDem non abbiamo votato il Jobs Act e i decreti del governo ci hanno dato ragione. La norma sui licenziamenti collettivi è un eccesso di delega. Mentre demansionamenti e assenza di proporzionalità nei licenziamenti disciplinari fanno arretrare i diritti di chi lavora e aumenteranno le discriminazioni per i nuovi assunti”.
Cuperlo ne ha nei confronti del premier Matteo Renzi, anche in virtù dello scontro con Laura Boldrini, presidente della Camera: “Consiglierei rispetto verso la presidente della Camera. Le commissioni Lavoro hanno espresso un parere votato da tutto il Pd. Si dice che non era vincolante. Ma quale concezione si ha del Parlamento e del proprio stesso gruppo? Quello di un mero esecutore di ordini? Temo sia un errore serissimo”.
PD, quale approdo?
Cuperlo risponde poi al sottosegretario Graziano Delrio, che tempo fa aveva lodato la CDU tedesca quale esempio da seguire di partito leggero e senza apparati: «Gli ricordo che il suo partito sta nel Pse”. E ancora: “non si è più moderni se si cancella la sinistra”.
A stretto giro di posta arriva la risposta di Lorenzo Guerini. Intervistato dal Corriere della Sera, il vicesegretario democratico attacca: “Non si possono confondere i piani e minacciare di far mancare il voto. Nel Pd c’è stato un dialogo ampio e il ruolo del Parlamento è sempre stato rispettato”. E ancora: “Non capisco come si possa utilizzare una divergenza di opinioni su un singolo passaggio del Jobs act per aprire questioni che con l’attuazione della delega lavoro non c’entrano nulla”.
Riguardo alla natura del PD, Guerini spiega: “Il partito è di sinistra e riformista. Le diverse storie politiche siano ricchezza, non difficoltà”. E si schiera dalla parte del premier nella querelle con la Boldrini: “Un presidente della Camera, figura di garanzia, dovrebbe pesare ogni parola. Ci vuole saggezza, prudenza, equilibrio. Francamente non capisco cosa significhi una frase del genere”.