Svolta epocale tra Italia e Svizzera: trovato l’accordo per dire addio al segreto bancario. La confederazione elvetica esce dalla black list dei paesi che non collaborano con il fisco italiano a causa dell’assenza di informazioni. L’intesa è stata siglata a Milano tra il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan e il consigliere federale Eveline Widmer-Schlumpf.
Congedo per il paradiso fiscale elvetico
Finalmente, con l’abolizione del segreto bancario per i correntisti italiani e non, la Svizzera “ridiventa” un paese normale, dal punto di vista del tesoro italiano. L’accordo, “concluso con pieno successo” secondo Padoan, “prevede due diversi documenti: uno giuridico sullo scambio di informazioni” e un altro prevalentemente politico che riguarda ulteriori questioni. Bisognerà seguire una “road map” sulla situazione di Campione d’Italia e sul trattamento fiscale dei transfrontalieri – una pax già vanamente ricercata dal vecchio governo Letta.
Rivoluzione per Renzi, più cauto Padoan
“Miliardi di euro che ritornano nello stato”: così ha twittato il premier subito dopo la firma del protocollo che si attendeva da anni. Tuttavia la sottoscrizione dell’accordo non comporta una sua immediata operatività. Dovrà essere ratificato da entrambi i parlamenti in questione, più il passaggio referendario nel paese alpino. Tempo stimato: due anni.
All’estasi di Matteo Renzi si affianca la prudenza di Padoan, che ci scherza su: “questo accordo ci è costato un euro, posso dire con certezza che porterà a entrate per più di un euro ma oltre non vado”. Comunque la collaborazione tra i due paesi sarà automatica dal 2018.
Linea dura contro gli evasori
D’ora in avanti non sarà più conveniente spostare le proprie fortune nei depositi elvetici. L’altra problematica è se sarà possibile trovare immediatamente gli evasori, dato che l’accordo in ogni modo non sarà subito operativo. Su questo Padoan è ottimista, non perché il fisco sarà in grado di scovarli, ma perché il G20, l’Ocse e l’Unione Europea stanno intraprendendo un progetto di abbattimento di tutti quegli escamotage giuridici che facilitano le scappatoie per i grandi capitali.
Il fatto è che rimangono centinaia di paradisi fiscali che godono del segreto bancario. L’Italia, secondo il governo si sta muovendo con maestria: il prossimo 26 febbraio forse sarà pronto l’accordo con il Liechtenstein.