Giù la ricchezza, giù le vendite. E’ questo il concetto di proporzionalità diretta che l’Istat ha affermato, esponendo i dati sulle vendite al dettaglio: -1% a febbraio.
Sebbene la fiducia dei consumatori salga in correlazione con gli annunci e le iniziative del Governo Renzi (si pensi ai vari sgravi fiscali o alla norma sugli 80 euro), nella realtà ci vuole ancora del tempo perché prenda piede. Infatti l’Istituto Nazionale di Statistica ha fatto notare come le vendite al dettaglio siano calate del 1% tra febbraio 2014 e febbraio 2013: diminuiscono sia i prodotti alimentari (-1%) che quelli non alimentari (-1,2%).
Vita reale: calano sia le vendite della grande distribuzione, la quale registra un passivo di mezzo punto percentuale, sia le piccole imprese attive su un’esigua superficie, con un -1,6%, tuttavia sono solo i discount a registrare un segno positivo: +2,6%. Tutt’altra storia per gli ipermercati (-0.9%) e i supermercati (-1,7%).
L’Istat poi prende in esame le vendite dei prodotti non alimentari: la situazione è pessima. Segno meno dovunque: i giocattoli, sport e campeggio mostrano un -0,1%, risultato simile allo 0,2% dei prodotti di profumeria, cura della persona. Più pesanti i risultati di cartoleria, libri, giornali e riviste che segnano -2,5%, quelli di mobili, articoli tessili, arredamento con -2,4% ed infine di elettrodomestici, radio, tv e registratori -2,4%.
Daniele Errera