Via libera dall’Eurogruppo al piano di riforme presentato dal governo Tsipras: gli aiuti economici alla Grecia verranno estesi di altri 4 mesi.
Piano approvato
I ministri dell’Economia europei hanno approvato il programma di riforme presentato dalla Grecia: “le istituzioni coinvolte ritengono che questo elenco di riforme sia sufficiente come punto di partenza” si legge nel breve comunicato licenziato dopo la riunione di ieri.
L’Eurogruppo si aspetta che alcune proposte siano attuate già nelle prossime settimane, prevista per aprile una prima discussione sul loro stato di avanzamento. Inoltre è possibile che alcune parti richiedano delle modifiche: ogni paese dovrà approvare il piano singolarmente, in Germania e Paesi Bassi sarà necessario il voto parlamentare. Il Bundestag si riunirà venerdì.
D’altra parte, hanno espresso delle riserve sulle proposte della Grecia sia il Fondo Monetario Internazionale che la BCE. Christine Lagarde, Presidente FMI, ha dichiarato che il programma di Tsipras non è entrato abbastanza nello specifico, invece, Mario Draghi dalla Banca Centrale Europea ha fatto sapere che “le misure che non sono state concordate con le autorità saranno sostituite da altre equivalenti o migliorative in termini di raggiungimento degli obiettivi” previsti dal Memorandum.
E le promesse elettorali?
Tsipras ha superato il primo test. Nonostante le importanti concessioni ai creditori internazionali della Grecia, il “policy mix” che il governo greco ha prospettato negli ultimi giorni non è del tutto in contrasto con il programma che ha decretato il trionfo elettorale di Syriza. Tuttavia, i molti che si aspettavano una strenua campagna anti-austerità si dovranno accontentare di un leggero allentamento della pressione da parte della Troika.
Sicuramente è stato fatto un passo indietro su salari minimi e riassunzione dei dipendenti pubblici, inoltre, in campagna elettorale, Tsipras aveva detto che avrebbe fermato le privatizzazioni che nella lettera di lunedì sono state confermate. Alla Grecia è stato comunque permesso di far fronte alla grave “crisi umanitaria” interna anche se, come si può leggere nelle proposte fatte all’Eurogruppo, l’intervento a favore dei più poveri sarà fiscalmente neutro, non a carico del bilancio, cioè “non-pecuniary”, “morale”.