Pd, Renzi richiama i suoi: “Tocca al Pd garantire un futuro all’Italia”. Dopo essersi ricompattato intorno alla candidatura di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica, il Partito Democratico sembra prestare di nuovo il fianco a malumori e polemiche tra le varie correnti che lo compongono. Matteo Renzi, che ben avverte l’importanza del momento, richiama senatori e deputati democratici con una lettera pubblicata proprio oggi sul sito del Pd.
Renzi “Tocca al Pd garantire un futuro all’Italia”
Renzi unisce il destino del proprio partito a quello dell’Italia intera. “Le due cose sono ormai intrecciate” scrive. E aggiunge: “Tocca al PD a dover garantire il futuro all’Italia, almeno in questa fase storica”. Nel contesto evidenziato dalle parole del premier, “mentre altri si dividono, altri fanno ostruzionismo, altri scendono in piazza con piattaforme ispirate alla destra xenofoba e populista europea”, quella del Pd è “una grande responsabilità”. Perché, aggiunge lo stesso Renzi, “Siamo quelli che devono riportare l’Italia a crescere”.
“Confronto su contenuti più che su etichette”
La molteplicità delle correnti interne è insita alla natura del Pd. Il segretario lo sa bene e chiama tutti al confronto: “Col massimo rispetto per il doveroso dibattito interno al PD tra aree culturali, sensibilità diverse e gruppi organizzati, vorrei che il nostro confronto fosse sui contenuti più che sulle etichette. Che fiorissero idee più che correnti”.
Pd, venerdì il confronto su scuola, Rai, ambiente e Fisco
Il sopracitato confronto ha già una data ed un orario prestabilito. A renderli noti è Renzi stesso: “Venerdì pomeriggio abbiamo organizzato al Nazareno un punto della situazione informale su quattro temi di qualche interesse: scuola, Rai, ambiente e fisco”. Si inizia alle 14 e si conclude alle 18: un’ora per ogni tema. In chiusura, l’appello del premier: “Vi chiedo di partecipare ai singoli gruppi che vi interessano e/o di mandare contributi scritti (brevi e scritti in un linguaggio semplice: astenetevi dal burocratese, per favore!) sui singoli temi che più vi interessano o riguardano”.
Renzi “Siamo appena all’inizio”
Nella lettera di Renzi non manca il riepilogo del lavoro svolto finora dal proprio esecutivo: “Ieri abbiamo approvato definitivamente la responsabilità civile dei magistrati che diventa legge dopo 28 anni dal referendum (1987! E pensare che in Parlamento c’è già gente che è nata nel 1987…). Due giorni fa l’accordo con la Svizzera, che rottama finalmente il segreto bancario e riporta miliardi di euro in Italia. Dal Jobs Act con il contratto a tutele crescenti ma anche con il superamento del precariato fino alle norme per Taranto, dalla legge elettorale fino alle riforme costituzionali, il nostro partito e il nostro Governo stanno cambiando in profondità l’Italia”. Poi, fiducioso, avverte: “Siamo appena all’inizio visto che abbiamo appena spento la prima candelina, ma mancano ancora tre anni: è come se fossimo a metà del primo tempo”.
Speranza “Renzi sa bene che nessuno ce la fa da solo”
Proprio il Jobs Act rimane il cavallo di battaglia che anima la polemica della minoranza Pd. Il capogruppo alla Camera Roberto Speranza, in una intervista rilasciata al Corriere, ammonisce il Governo: “Ritengo sia stato un errore non seguire l’indicazione che le commissioni di Camera e Senato avevano dato sul tema dei licenziamenti collettivi”. E aggiunge: “Il Pd che è cardine della democrazia in Italia deve essere il partito che ridà piena centralità al Parlamento”. Se da una parte dimostra di convenire con Renzi sulla strada del confronto, “le urla e i proclami televisivi non bastano” dice, escludendo la possibilità di una leadership di Landini, dall’altra Speranza torna a lanciare un monito al premier: “Sulla legge elettorale la discussione è aperta, le Camere sono sovrane”. E ancora: “Renzi stesso sa bene che nessuno ce la fa da solo”.
Bersani sbotta “Siamo al limite”
L’iniziativa di Renzi di convocare l’incontro, non è piaciuto all’ex segretario Pier Luigi Bersani: “Siamo al limite, è ora di fare le cose seriamente”, ha detto rispondendo ai cronisti a proposito della riunione. “I gruppi li convocano i capogruppo, stabiliscono gli odg e invitano il segretario”, fa notare Bersani. “Non c’entra il Pd, non c’entrano i bersaniani o i renziani, c’entra il tema di come concepiamo la democrazia e il rapporto tra governo e Parlamento. Non ci siamo proprio, è ora di fare le cose seriamente, stiamo arrivando al limite“, spiega l’ex segretario dei Dem.
Fassina ancora all’attacco
Sulla questione degli screzi tra alcuni renziani e la presidente della Camera Laura Boldrini, Stefano Fassina va all’attacco. “Grazie presidente Laura Boldrini per la difesa dell’autonomia del Parlamento. Sono gravi gli attacchi dal Pd. Siamo una Repubblica parlamentare“, ha scritto su Twitter. “Le valutazioni espresse ieri dalla presidente Boldrini a difesa dell’autonomia del Parlamento sono pienamente coerenti con la sua funzione. Va ringraziata. Sono, invece, gravi gli attacchi che ha ricevuto, sia ieri che nei giorni scorsi, da autorevoli dirigenti del Pd”, ha scritto in una nota Fassina. “Dopo la scelta di forzare i regolamenti parlamentari per votare con la sola maggioranza di governo la riforma costituzionale, dopo lo schiaffo al parlamento sui decreti attuativi della delega lavoro – prosegue – i commenti scomposti alla presidente Boldrini confermano un preoccupante rischio di squilibrio tra potere legislativo all’esecutivo. Ricordo che siamo una Repubblica parlamentare”.