La scuola è il prossimo punto da riformare nell’agenda del Governo Renzi. Migliorarla, per mezzo di una riforma strutturale ed organica, in controtendenza rispetto alle iniziative degli anni 2000 (Moratti prima, Gelmini poi). Ma tutto slitta di quattro giorni, al 3 di marzo.
La ‘Buona Scuola’: è questo il titolo dell’iniziativa messa in campo da Renzi e che i tecnici del Ministero dell’Istruzione stanno migliorando e raffinando. I punti principali, sembra, saranno i seguenti: necessità della formazione continua (un occhio, specialmente, all’ultimo triennio) per i docenti, introduzione del curriculum dello studente (ovvero la scelta di materie opzionali), introduzione di nuove materie (musica e sport nella scuola primaria, storia dell’arte – ancora di più – nelle secondarie), alternanza scuola-lavoro (ovvero esperienze di apprendistato).
I nodi da sciogliere
Ma il cuore della riforma restano le assunzioni dei precari: di quasi 150.000 dipendenti. E’ questo che permette l’utilizzo del decreto legge, istituto appannaggio del Governo per casi di necessità e brevità di tempi. Il resto della riforma, invece, sarà accorpato al disegno di legge parlamentare sulla scuola. Parlano i collaboratori del Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, circa le assunzioni, secondo molti fatte col contagocce: “verranno assunti sono quelli necessari alle scuole”, confermano. E l’organico totale da assumere secondo la sentenza della Corte di Giustizia Europea sarà ‘arruolato’ in due anni e non più in uno.
Tanti altri i nodi da sciogliere, per il Governo e per il Parlamento. Nodi che verranno al pettine martedì 3, durante la conferenza stampa che Renzi e Giannini terranno presso Palazzo Chigi.
Daniele Errera