Il New York Times la scorsa settimana lo aveva incoronato suo malgrado come il re delle bufale politiche del 2014. Ieri l’intervento come ospite ad “Annozero“, apprezzato per il furore e la voglia di affrontare argomenti sempre senza peli sulla lingua, è l’immagine di un partito, o “movimento”, alla ricerca di copertine ad uso spamming internauta.
Perché questa impressione? Perché è ovvia conseguenza a dichiarazioni come quella pronunciata ieri sera sull’ex Presidente della Repubblica “Napolitano uomo della Cia”, divulgata alla trasmissione di Santoro, o andando più indietro a livello temporale a quelle rilasciate in merito ad Ebola, Boko Aram, e Nigeria che gli hanno valso il titolo di “diffusore mondiale” di fesserie dello scorso anno.
Diciamoci la verità, la stessa che ispira le parole del deputato grillino Di Battista. Questo modus operandi, che poi è una personificazione dei contenuti che animano il blog di Grillo (industria internauta alla ricerca di click prima che contenitore di informazioni spacciate per vere in modo assoluto), è il boomerang politico, la vera e principale causa di sfaldamento elettorale che ormai ha inondato il Movimento. Anche quando l’incipit è condivisibile, apprezzabile e quasi quasi anche “votabile”, la discussione finisce con il prendere pieghe inaspettate, che più che interessare se reali o meno finiscono con il farci chiedere cosa c’entrino con i problemi sociali di tutti i giorni di cui la politica deve farsi carico per sua natura. Così dopo aver visto e soprattutto ascoltato gli interventi di Di Battista di ieri sera ad Annozero, ripeto non deprecabili in toto visti alcuni tratti più che condivisibili e veritieri, alla fine quello che rimane ad un potenziale elettore alla ricerca di informazioni che lo scippino dalla massa di astenuti, sono proprio le provocazioni lanciate al di la di ogni logica, facendo perno sempre su quel complottismo misterioso alla ricerca perenne di audience.
Vista in questo modo quella di Di Battista è un’arma a doppio taglio, contenuti preziosi ma anche faziosi per attendibilità, a livello estetico (inteso nel suo significato originale, e dunque filosofico) il riscontro elettorale è a rischio, e i dati in questo senso sono davvero poco confortanti.
Più che una riflessione dall’alto del Movimento, con il blog vero fautore di questo schema operativo, è auspicabile una riflessione della base, che spinga ad una analisi e ad un confronto tra la figura politica meglio rappresentata da di Di Maio e quella invece incarnata di Di Battista, e ai conseguenti risvolti elettorali, vero scopo di queste apparizioni televisive diciamoci la verità.