Lo spread sotto quota 100. E il PIL torna a crescere

Pubblicato il 27 Febbraio 2015 alle 17:09 Autore: Daniele Errera

C’era un periodo in cui lo spread superò quota 550. Un momento drammatico per la tenuta sociale del paese, tanto che, addirittura, si presentava la possibilità di non pagare gli stipendi agli statali, in quanto le casse erano al verde. Poi arrivò Monti e la storia è nota. Discesa continua, fino ad arrivare ai valori odierni: sotto il 100. E’ la prima volta in cinque anni.

Lo spread, la differenza tra tassi di interesse di due Stati (presi a riferimento sono i Bund tedeschi e, ovviamente, i Btp italiani), è stato centro delle attenzioni governative per molti mesi, tra fine 2011 ed inizio 2012. Causa della caduta di Berlusconi e della salita di Monti, lo spread, oggi, ha toccato quota 98,5, tornando ai livelli della primavera 2010. Anche il rendimento decennale del Tesoro è al nuovo minimo storico: 1,31%.

Sorride anche il Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, che col solito e puntuale twitt, aggiorna i suoi pensieri e li esterna: “spread sotto quota 100, mille ex precari assunti a Melfi col Jobs Act, via segreto bancario non solo in Svizzera, dai che è #lavoltabuona”.

renzi

E se c’è chi sorride, dall’altra parte del Mar Adriatico, in Grecia, c’è chi gioisce. Infatti, proprio oggi, il Bundestag (parlamento tedesco, ndr) ha approvato l’estensione degli aiuti comunitari alla Grecia. Parla il Ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, uno che non è mai andato alla leggera coi Piigs (i paesi europei con le economie più arretrate: Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia e Spegna), mostrando contrariamente un’apertura fino a poco tempo fa insperata: “di fronte a quello che la gente in Germania, e noi tutti, ciascuno di noi, proviamo, oggi non ho voglia di scherzare come al solito. Ho comprensione per le perplessità dei colleghi parlamentari di fronte a un voto non facile, ma bisogna votare sì”. Alla fine il parlamento teutonico ha approvato a larga maggioranza: 542 favorevoli, 32 contrari e 13 astenuti.

Istat: “In primo trimestre segno più Pil dopo 3 anni e mezzo”

Nel primo trimestre l’Italia tornerà a crescere per l’Istat, almeno a mostrate un segno più nella variazione congiunturale del Pil, dopo 14 trimestri consecutivi di assenza di crescita, tra tanti cali e qualche indice piatto. L’ultimo aumento è datato secondo trimestre 2011, ben tre anni e mezzo fa.

Daniele Errera

L'autore: Daniele Errera

Nato a Roma classe 1989. Laureato in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali con la tesi "Dal Pds al Pd: evoluzione dell'organizzazione interna". Appassionato di politica, ha ricoperto vari ruoli nel Partito Democratico e nei Giovani Democratici. E' attivo nell'associazionismo territoriale.
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