Sebbene la fiducia dei consumatori sia in crescita e ci siano spiragli di ottimismo, il settore delle costruzioni resta ancora in condizioni precarie, come sottolineato da Confartigianato Edilizia.
Secondo i dati esposti dall’associazione, il 2014 si è chiuso con un calo della produzione del 6,9%, un dato assolutamente “in controtendenza rispetto alla crescita dell’1,9% registrata nella media dei Paesi europei”. A spiccare la Germania (+2.6%) ma soprattutto Paesi come la Spagna, che fanno registrare un +16% dopo il crollo del quinquennio 2004-09. Cifre che sottolineano come la situazione in Europa stia migliorando nettamente dopo 7 anni di flessione ininterrotta, mentre “in Italia l’inversione di tendenza stenta a manifestarsi”.
Il finale del 2014 spinge Confartigianato ad un modesto ottimismo: “tra novembre e dicembre dello scorso anno, il valore della produzione segna una risalita del 2,3%, a fronte di una flessione dello 0,5% nell’Ue a 28”. Un timido segnale che però non allenta le preoccupazioni: “La crisi ha segnato negativamente anche la struttura demografica del settore. Infatti nell’ultimo anno le imprese artigiane delle costruzioni sono diminuite di 13.111 unità, pari al -2,4%”.
Costruzioni: Confartigianato ottimista ma chiede scossa
Quali strategie porre in atto? Per Arnaldo Redaelli, presidente di Confartigianato Edilizia, ciò che serve sono “misure strutturali per rilanciare le costruzioni e dare una scossa salutare a tutta l’economia italiana, assicurando una risposta alla domanda abitativa, infrastrutturale e di riqualificazione urbana”. In particolar modo è necessario “far ripartire gli investimenti in infrastrutture, sbloccando la realizzazione di opere pubbliche a livello locale e modificando le regole del patto di stabilità interno”.
Tra le altre urgenze, ci sono quelle per interventi contro le calamità naturali: “non è più rinviabile il piano contro il dissesto idrogeologico e per la messa in sicurezza antisismica. E’ anche da qui che dobbiamo ripartire per rimettere in moto l’edilizia”.