Juventus, nel 4-3-3 di Allegri Dybala diventa un’incognita
Erano 45 anni che la Juventus non partiva così male in campionato : solo 5 punti nelle prime 5 giornate di Seria A, 5 gol fatti e 5 subiti; spariti il cinismo e la solidità dello scorso anno e stregato lo Stadium , roccaforte delle passate stagioni, dove i bianconeri non hanno ancora vinto.
E’ arrivato quindi il primo momento difficile della gestione Allegri e l’allenatore livornese è finito immediatamente sul banco degli imputati, reo soprattutto di una confusionaria gestione della rosa. In 7 partite 7 formazioni differenti – colpa si anche degli infortuni – ma soprattutto sintomo di una notevole confusione che si sta manifestando in particolare sulla gestione Dybala.
Il talento argentino infatti – finora autore di due gol in campionato – non sembra avere posto nel nuovo 4-3-3 di Allegri che già nelle prime giornate aveva centellinato il suo utilizzo per permettergli di ambientarsi al meglio. Adesso però la situazione sembra ulteriormente cambiata: il tecnico non vede Dybala come attaccante esterno e sia contro il Frosinone sia contro il Genoa ( al momento dell’infortunio di Morata ) gli ha preferito addirittura Pereyra. Sulla destra poi la corsia è ben occupata da Cuadrado. L’ambiente bianconero e – forse un po’ anche l’ opinione pubblica – non la pensano però allo stesso modo: “Dybala può giocare trequartista, mezzapunta o attaccante esterno” , il coro che si è levato da più parti.
Il tecnico toscano – almeno per il momento – pare fermo sulle sue posizioni: La Joya è una punta centrale. Allora però – ci chiediamo – perchè nell’ultima partita in quel ruolo gli è stato preferito addirittura quel Simone Zaza che non più tardi di un mese fa era sul punto di fare le valigie? Forse Allegri meriterebbe un po’ più di fiducia dopo la grande stagione passata , forse gli si dovrebbe dare solo un po’ di tempo considerando la gestione Morata dello scorso anno centellinato all’inizio e fatto “esplodere” al momento giusto, forse ha perso il gruppo, forse sono troppe le contraddizioni, forse – adesso – non ha ben chiara la strada da far prendere alla sua Juventus.
Interrogativi e incertezze che alimentano le incomprensioni e il caos che in questo momento aleggiano a Vinovo nel periodo più buio dei bianconeri negli ultimi quattro anni.