Sicilia, Faraone lancia la sua Leopolda: “Pd dev’essere partito aperto”
Si è da poco conclusa la Leopolda siciliana, organizzata dal renziano Davide Faraone per rilanciare l’azione del Pd nell’isola. Molti i punti toccati dal fedelissimo del premier nel suo discorso conclusivo, a partire dal controverso rapporto col governatore Rosario Crocetta. “Da questo palco – dichiara Faraone – dico al presidente della Regione Crocetta ‘Rosario, stai tranquillo’, preferisco non dirgli ‘stai sereno’, così evitiamo inutili preoccupazioni. Ma nessuno vuole fare nascere idee alternative a questo governo. Renzi e il governo nazionale sostengono il Crocetta-ter e lo fanno con forza. E gli assicuro che noi non vogliamo fare solo tagli, ma anzi aprire finalmente a occasioni di sviluppo mettendo in piedi un bilancio sano e veritiero per la prima volta forse negli ultimi venti anni. Per questo dico a tutti di non isolare l’assessore all’Economia Alessandro Baccei”.
Faraone ribadisce poi l’impostazione aperta che il Pd ha assunto da quando Renzi è segretario: “Chi non vede l’importanza di questa manifestazione o è uno stolto o è in malafede – dice Faraone – noi stiamo lavorando per un Pd diverso da quello di Bersani, un Pd aperto che non guardi solo a chi storicamente ha votato per noi. Dobbiamo aprirci per diventare una grande forza maggioritaria e soprattutto riformatrice e per dire basta a questo autonomismo alle vongole. Il centrosinistra si deve rivolgere anche a chi votava dal’altra parte. Incredibile ci si scandalizzi che manifestazioni come questa siano partecipate”.
È questo il punto più controverso, su cui si esprime con durezza il deputato Giovanni Burtone: “Non possiamo pensare di aprire a chi non ha i nostri valori e senza alcun rispetto della base, dei territori che stanno subendo scelte calate dall’alto. Per essere chiari, noi siamo alternativi a certi rapporti con chi ha alimentato le discariche e per una sanità pubblica di alto livello, senza primari amici”.
Significativa la presenza all’evento dell’ex parlamentare del Movimento 5 Stelle Tommaso Currò, che non ha perso l’occasione per lanciare una frecciata a Beppe Grillo, che due anni fa a Palermo aveva dichiarato: “La mafia aveva una sua morale e andrebbe quotata in Borsa”. Sul punto Currò non ha dubbi: “La mafia non ha mai una morale. Né la mafia di ieri né la mafia di oggi”, ha detto il deputato.