Riforma giustizia, Pd e M5S dicono no a responsabilità civile dei magistrati
Bocciato il ddl che disponeva l’introduzione della responsabilità civile per i magistrati. Cavallo di battagli del centrodestra, il ddl si è infranto contro il voto dei senatori del Pd e del M5S che, nella commissione Giustizia di Palazzo Madama, hanno approvato l’emendamento dei cinque stelle che cancella l’art.1, cioè il cuore del testo. Subito insorta Forza Italia, che ha parlato di “toghe rosse” in azione. Proteste anche dall’alleato di governo dei dem, il Nuovo centrodestra di Alfano.
“A favore dell’emendamento soppressivo – spiega in una nota Enrico Cappelletti, capogruppo M5S in commissione – hanno votato M5S, Pd e Sel. Contro Forza Italia, Nuovo Centrodestra, Scelta Civica e Lega Nord. Abolendo l’articolo 1 sono state soppresse le norme che minavano l’indipendenza della magistratura nel nostro paese. In tutti gli ordinamenti dei paesi occidentali in caso di errore giudiziario non esiste infatti la previsione di responsabilità civile diretta dei magistrati: è lo Stato che paga e poi si può rivalere a sua volta sul magistrato. Il disegno di legge rappresentava l’ennesimo tentativo berlusconiano di limitare l’indipendenza e l’autonomia della magistratura nel nostro paese”.
Durissima la reazione di Forza Italia. Lucio Malan parla di “colpo di mano” mentre l’ex Guardasigilli Nitto Palma sottolinea l’esistenza di una diversa e nuova maggioranza nella Commissione giustizia: “Il fatto – sottolinea – è tutto politico e cioè che in commissione Giustizia del Senato c’è una maggioranza diversa rispetto a quella che sostiene il governo e di questo Renzi ne dovrà prendere atto. L’altra volta è successo con il 416 ter e ora la con la responsabilità civile dei magistrati”.
Amareggiato il segretario del Psi Riccardo Nencini, firmatario del ddl assieme ai berlusconiani, che affida il proprio scoramento a Facebook: ““Bocciato in Commissione l’art. 1 del disegno di legge Buemi-Nencini-Longo sulla responsabilità civile dei magistrati. Una bella prova di civiltà giuridica. Nonostante il crepuscolo berlusconiano, la giustizia continua a fare da spartiacque tra le forze politiche, producendo un danno agli italiani e a certa sinistra, prigioniera di stereotipi del passato. E dire che anche il premier Renzi era stato chiaro”.