Processo Rating, perché l’Italia non si è costituita parte civile? Se lo chiedono in molti. È tra questi l’ex ministro Renato Brunetta e sembrano esprimere un parere non molto differente anche le pagine de Il Giornale che anzi tuona: “C’è stata la rapina del millennio a danno dell’Italia. L’Italia deve esigere i danni. L’oro della Patria va recuperato”. Il pezzo firmato da Renato Farina chiama il premier Renzi all’azione citando l’articolo 52 della nostra Costituzione: “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”.
“L’imbroglio del rating”
“L’imbroglio del rating”, come lo definisce Brunetta, risale all’estate-autunno del 2011: l’Italia fu declassata dall’agenzia Standard&Poor’s e costretta a pagare 2,5 miliardi di euro alla Morgan Stanley. Quest’ultima, come spiega Il Giornale, “aveva finanziato il nostro governo con una clausola contrattuale che ci metteva nelle mani di un’agenzia di cui era azionista (segreta) proprio la medesima banca americana. In caso di downgrade (retrocessione, declassamento) automaticamente essa aveva diritto (?) al mostruoso conquibus”.
Procura di Trani: “Manipolazione del mercato” da parte di S&P
La Procura di Trani, dando ragione alla requisitoria del pm Michele Ruggiero contro S&P, ha “aperto il vaso di Pandora” facendo emergere “troppi dati oscuri ed inquietanti”, ha fatto notare Brunetta. Il gip ha infatti rinviato a giudizio i capi dell’agenzia di rating con l’accusa di “manipolazione del mercato”. Una manipolazione che avrebbe avuto, secondo Il Giornale, due obiettivi: “Uno speculativo: alzare lo spread che secondo la definizione di Renato Brunetta si dimostra sempre più un «grande imbroglio». L’altro, e conseguenza del primo, golpista. Determinare con mezzi estranei al voto degli italiani la sostituzione del capo del governo”.
“Ci fu speculazione finanziaria contro l’Italia”
Quello che secondo Brunetta “rischia di essere il processo del secolo” dimostrerebbe che all’epoca dei fatti “ci fu una speculazione finanziaria contro l’Italia e una parallela speculazione politica contro Berlusconi, che fece cadere il governo e iniziò a spostare il baricentro della politica a sinistra”. E l’accusa: “Renzi ne è l’utilizzatore finale. Il risultato? L’Italia è più povera e ha meno democrazia, perché da allora si sono succeduti tre governi non eletti”.
Brunetta “Presenterò interpellanza urgente”
Sulla scelta da parte del Tesoro e dell’esecutivo di non costituirsi parte civile nel processo, l’ex ministro non ci sta e avvisa: “Presenterò un’interpellanza urgente a Renzi e Padoan, devono spiegare perché non l’hanno fatto”. Dello stesso avviso anche il giornale diretto da Alessandro Sallusti che già in occasione della prima udienza del processo, l’8 febbraio scorso, fece notare quella che probabilmente fu una mancanza da parte del Governo e del ministero di Economia e finanze.