Vincenzo De Luca è un fiume in piena. Dopo la vittoria alle primarie campane del PD, l’ex sindaco di Salerno si racconta in un’intervista all’HuffPost. E, da subito, parla di primarie: “Sono soddisfatto prima ancora che per il sottoscritto perché abbiamo ripristinato l’immagine del Pd in Campania. Quando votano 160 mila cittadini significa che siamo di fronte a un grande fatto politico. E sa quale è il dato che ripristina l’immagine del Pd? Il peso determinante del voto di opinione rispetto al voto di apparato, organizzato da capi corrente e capi bastone”.
Ecco, questo è un punto fondamentale, soprattutto perché ultimamente le primarie sono finite spesso al centro di polemiche per presunte infiltrazioni. Sul voto alle primarie di persone di destra, De Luca ha le idee chiare: “Chiariamoci bene. Si tratta di voto di opinione di cittadini che, spontaneamente, invece di stare a casa, partecipano a un fatto democratico. In questo senso il voto vale doppio: se il Pd con le primarie intercetta il consenso anche di chi non lo votava, ben venga. Voglio essere molto chiaro. Qui non stiamo parlando di accordo con capibastone di destra che organizzano i pullman, quindi non ho sottoscritto nessuna cambiale da pagare nel mercato degli incarichi. E non stiamo parlando di collusioni con la criminalità”.
Sulle dure critiche mosse dallo scrittore Roberto Saviano, l’ex sindaco di Salerno parla chiaro: “Io rispetto molto Saviano ma avrei fatto un appello diverso. Se hai timore del voto organizzato devi fare appello al voto di opinione, non puoi dire: non facciamo le primarie e il candidato lo scelgono le correnti. E poi vorrei anche sottolineare altri due aspetti su cui mi sento di criticare Saviano”.
“Parlamento sani l’anomalia della legge Severino”
Una bordata finale è riservata alla legge Severino: “Guardi, una delle motivazioni alla base della mia tenacia ha a che fare con la difesa della libertà e della civiltà democratica e giuridica. Secondo lei, una condanna in primo grado per abuso di ufficio per ragioni linguistiche può condizionare le elezioni? Voglio dire: le pare possibile che la legge permette di candidarmi e la legge se vinco dice che dovrei essere sospeso?”.
“Premesso – conclude De Luca – che ho assoluta fiducia nel Tar, spetta certamente al Parlamento sanare l’anomalia di una legge che consente di candidarmi e una volta eletto… Il problema è di sostanza. Qua non c’entra De Luca. È una questione imbarazzante per il Parlamento e che spetta al Parlamento risolvere”. Berlusconi non c’entra nulla: “Berlusconi è condannato in via definitiva per frode fiscale. Io sarei condannato in primo grado per questioni “semantiche”. Lei la sa la storia? Sa che cosa mi contestano come abuso d’ufficio? Mi contestano che ho scritto su un atto la parola “project manager” invece che “coordinatore di un gruppo di lavoro”. Non mi pare equiparabile al caso Berlusconi”.
Renzi: “La Severino non si tocca”
Il premier Matteo Renzi stoppa De Luca. “La Severino non si tocca. Non mi interessa da dove arrivano le polemiche contro quella norma – è il ragionamento che fanno a palazzo Chigi – Non esiste alcuna possibilità di un intervento legislativo per modificarla”.