House of Cards 3: ho avuto l’occasione di vedere l’intera serie in streaming on line in lingua originale per cui se non avete ancora visto la serie e non volete anticipazioni non proseguite la lettura, io di mio cercherò di fare meno spoiler possibile.
Prima novità delle terza stagione è la scrittura degli episodi: Beau Willimon firma solo 4 dei 13 episodi rispetto alla stagione precedente (7); insieme a lui nella terza stagione si confermano anche John Mankiewicz, Laura Eason, Bill Kennedy e Kenneth Lin con la novità di Frank Pugliese e Melissa James Gibson.
Da questo si può capire come lo stile sia decisamente cambiato, e il cambiamento si nota anche specialmente nella regia: James Foley dirige solo 3 episodi (erano 6 nella seconda stagione), John Coles 2 (erano 3 nella seconda stagione) ai quali si affiancano Robin Wright (2) e le novità Tucker Gates (2), John Dahl (2) e Agnieszka Holland (2).
Anticipazioni House of Cards 3
Fatte queste dovute premesse, le novità non potevano esaurirsi: la qualità del suono e della immagini migliorano notevolmente anche se l’ambientazione assume colori più scuri, luci più tenue che insieme creano una dimensione cupa e molto più drammatica come del resto si nota nella trama.
La trama: dimenticatevi l’escalation di potere che avete visto nella stagione precedente: stavolta a farla da padrone sono le dimensioni umane e personali dei singoli protagonisti. Frank Underwood si scopre più umano e vulnerabile, e i suoi nemici non esiteranno ad approfittarsene, specialmente se c’è di mezzo il suo matrimonio, protagonista assoluto di questa stagione, con continui colpi di scena, momenti felici e momenti drammatici. Sarà il loro rapporto a caratterizzare tutta la stagione, e qui si registra un ulteriore evoluzione di Claire, e qui assistiamo ad un interpretazione di Robin Wright assolutamente magistrale, non mi stupirei se ottenesse Golden Globe e un Emmy.
Kevin Spacey
Kevin Spacey si conferma professionista di scala mondiale, specialmente nell’ultimo episodio, dove emerge con prepotenza tutta la sua classe. Ma tornando alla trama una rivelazione della stagione è senz’altro Doug Stamper, che ovviamente non poteva morire alla fine della seconda stagione.
Doug questa volta è a buon diritto uno dei protagonisti della stagione, rivelando una parte di se incelata e risultando un personaggio determinante dall’inizio alla fine. Tuttavia non posso negare come in generale la stagione abbia un po’ deluso le mie aspettative, mancano i colpi di nocche di Frank, i suoi piani micidiali sono un lontano ricordo, tutto per come detto prima dare molto più spazio alla dimensione umano personale dei protagonisti scivolando dal genere Thriller politico al dramma shakespiriano, tutto questo enfatizzato dall’utilizzo frequente dei violini (tra l’altro gli stessi già sentiti nella serie tv Napoleon del 2002) nei momenti più delicati e drammatici dei singoli episodi.
Primarie e presidenziali
La trama nel complesso è un po’ carente, alcune scene e dialoghi (come il colloquio con il Presidente della Corte Suprema) sono ripresi da The West Wing (serie tv di successo in onda dal 1999 al 2006, ambientata alla Casa Bianca vincitrice di 14 Emmy Awards) e gli interrogativi con cui si chiude la stagione sono sicuramente rimandati ad una 4 stagione di cui lo sceneggiatore Beau Willimon in una recente intervista, ha ammesso la possibilità, ma è praticamente una certezza considerando che al termine della stagione si sono appena svolte le primarie in Iowa (che per tradizione è il primo stato in cui si svolgono) e dobbiamo scoprire se il nostro Frank vincerà le primarie e le elezioni presidenziali per stabilire definitivamente il suo imprimatur.
Nel complesso quindi la qualità tecnica del prodotto è eccellente, manca forse un po’ di pepe, quel pepe a cui eravamo abituati nelle precedenti stagioni e che ci aspettiamo (a quanto pare) nella prossima.
N.B. Volete conoscere tutti i dettagli e non resistete alla curiosità di sapere cosa succederà? Ecco il nostro articolo con lo spoiler completo…buon divertimento
Daniele Pedrazzi