L’associazione ‘Avviso Pubblico Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie’ lavora da anni sui territori della penisola circa la grave problematicità che oggi è nuovamente richiamata dal quotidiano La Repubblica: parliamo delle minacce rivolte agli amministratori locali.
Il quotidiano parla chiaro: sono tre ogni giorno le minacce rivolte ai politici locali dalle organizzazioni criminali. Specialmente nel sud Italia, ma non solo. Nel 2013, di fatto, sono avvenuti 870 episodi di intimidazione nei confronti degli amministratori locali, primo vero baluardo dello Stato sui territori, lì dove le mafie hanno ancora una natura violenta. E le minacce sono le più variegate: si va dall’utilizzo dei proiettili – recapitati alle porte di casa, fino agli spari sulle loro automobili – a dare fuoco ad alcune delle loro proprietà (automobili, case, moto ed altro ancora), passando per i metodi più antichi, come i pestaggi.
Minacce ad amministratori locali in aumento
Solo tra gennaio ed aprile del 2014, poi, gli amministratori locali minacciati sono cresciuti, arrivando alla cifra record (negativa) di 395. Numeri non da paese civile, praticamente 2,6 atti intimidatori al dì. Lo ha appurato la giovane ‘Commissione d’inchiesta straordinaria del Senato sul Fenomeno delle intimidazioni nei confronti degli amministratori locali’. Il lavoro della Commissione è espresso anticipatamente da Repubblica: si tratta, infatti, di “poco più di 200 pagine che analizzano segnalazioni, inchieste, denunce, o che sono il frutto di decine di audizioni nelle quali sono stati sentiti prefetti, magistrati, esponenti delle forze dell’ordine e le stesse vittime. Alla fine ne è emerso un quadro allarmante che non riguarda soltanto le regioni del Sud, ma che più in generale si va diffondendo a macchia d’olio in tutto il Paese”.
Passando in rassegna i dati, ne evince come l’8% dei Comuni italiani sono interessati al fenomeno e che le minacce arrivano, anzitutto, ai sindaci (35%), seguiti dagli assessori e dai consiglieri comunali (entrambi a quota 17%). Minacce che per il 13,7% arrivano da organizzazioni mafiose e che dal resto provengono dalla volontà di “condizionare l’attività amministrativa”.
Daniele Errera