Canale di Sicilia, nuova strage di migranti: muoiono 10 persone
L’ennesimo bollettino di guerra.: 10 morti e 941 salvati nelle sette operazioni di soccorso guidate dalla Guardia Costiera nel canale di Sicilia nelle ultime 24 ore. Precisamente a 50 miglia a nord delle coste libiche. Una guerra subdola, invisibile, da combattere senza armi in pugno. Il barcone di migranti diretti verso le coste italiane si sarebbe rovesciato provocando la morte di 10 persone recuperate, insieme ai 121 salvati, dalla nave “Dattilo”. La procura di Siracusa intanto ha aperto un’inchiesta contro ignoti per naufragio e omicidio colposo plurimo.
Le operazioni
Tra ieri ed oggi i migranti messi in salvo sono 941. Pronti per sbarcare sulle coste italiane. 3 mercantili sono stati dirottati soccorrendo 183 persone, l’invio della nave Fiorillo ha permesso il salvataggio di altre 319 a cui è stata aggiunta un’unità della marina militare prevista dall’operazione Triton che lo scorso anno ha sostituito l’obsoleta Mare Nostrum. Con risultati piuttosto altalenanti. Una motovedetta della Guardia Costiera, inoltre, ha trasportato una famiglia di 5 siriani al poliambulatorio di Lampedusa poiché la madre, in stato di gravidanza, non si sentiva bene. Tra i soccorsi che hanno tentato la traversata su 5 gommoni e 2 barconi, le prime stime parlano di 30 bambini e 50 donne migranti.
I dati
Ieri il Viminale aveva reso noto un dato alquanto preoccupante. Secondo le statistiche, nei primi due mesi del 2015 i migranti sbarcati in Italia sono 7.882 (3.459 a gennaio e 4.423 a febbraio) fotografando un 43,1% in più rispetto allo stesso periodo del 2014 (5.506). Sul tema, sempre ieri, era intervenuto da Bruxelles anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che aveva invitato “tutta l’Unione” a prendersi cura del “drammatico problema dei profughi”.
Le dichiarazioni
Tardano un po’ le reazioni ufficiali. Si usa twitter perché i 140 caratteri, a volte, possono anche risultare vantaggiosi. Inizia il solito Matteo Salvini che sul tema non si fa mai mancare niente: “Altri 10 MORTI e 900 #clandestini pronti a sbarcare. A Roma e a Bruxelles ci sono tasche piene e mani sporche di sangue” cinguetta attaccando Renzi e Alfano perché “pericolosi per gli italiani e per gli immigrati”.
Seguono a ruota Maurizio Gasparri e Laura Ravetto, entrambi esponenti di spicco di Forza Italia. “Centinaia di immigrati pronti a sbarcare e ancora una tragedia nel Canale di Sicilia– attacca il vicepresidente del Senato– un disastro in serie che questo governo di incapaci non ferma”. Mentre la Ravetto si chiede “a cosa serve Triton” se “la nostra guardia costiera continua a operare da sola i salvataggi in mare”.
Qualcuno, come Erasmo Palazzotto (capogruppo di Sel in commissione affari esteri), torna addirittura a chiedere la riapertura di Mare Nostrum che ha, va detto, meno morti sulla coscienza. Poi le dichiarazioni istituzionali. Angelino Alfano sottolinea per l’ennesima volta che i migranti “non sono una problema che riguarda un solo Paese, ma tutti” perché il dramma di oggi è avvenuto “a 30 miglia dalle coste della Libia”.
Anche la nostra lady Pesc. Federica Mogherini sembra muoversi: “Alla riunione della Commissione a Bruxelles per dare il via ai lavori sulla nuova agenda europea sulle migrazioni” annuncia radiosa su twitter. Ma il commento più atteso arriva intorno alle 16 dal primo vicepresidente della Commissione Europea, Frans Timmermans, che annuncia l’accelerazione sul tema delle migrazioni in agenda anticipandolo “a metà maggio, mentre prima era previsto a metà luglio”. Poi ha concluso laconico: “L’immigrazione è un problema che riguarda tutti gli Stati membri, non è più Mare Nostrum, ma Europa nostra“. Fiumi di parole. Ma intanto nel Mediterraneo si continua a morire.
Chiaro anche il commento del commissario all’Immigrazione Dimitris Avramopoulos: “Non dobbiamo essere ingenui. Il fatto che cooperiamo nell’ambito dei processi di Khartoum e Rabat… con dei regimi dittatoriali non significa che li legittimiamo. Noi non offriamo alcuna legittimità democratica e politica a questi regimi, ma dobbiamo cooperare laddove abbiamo deciso di lottare contro il traffico di esseri umani”.