“Gubitosi (in uscita) sputtana er bullo di Palazzo Chigi”. Dagospia commenta così il dossier Gubitosi, votato dal Cda della Rai lo scorso 27 febbraio, che impone il riordino del palinsesto informativo, tagliando gli sprechi.
Non solo il G20 di Brisbane…
La testata di Roberto D’Agostino, che riprende un articolo di Aldo Fontanarosa su Repubblica, punta il dito contro il G20 di Brisbane quando, al seguito del premier Matteo Renzi, “la Rai inviò Tg1, Tg2, Tg3, RaiNews e le radio”. Una “tele-leccata”, per Dagospia, che alla Rai è costata 60 mila euro. L’incontro tra il presidente del Consiglio e gli altri 19 più importanti leader della Terra, però, non è stato il solo evento in cui, riprendendo un’espressione di Gubitosi, vi è stata “una duplicazione produttiva nella copertura di un evento”.
Stando alle pagine del rapporto, infatti, Gubitosi ha fatto riferimento anche ad altri casi simili. Come la manifestazione dei parenti di un diciassettenne ucciso da un Carabiniere a Napoli lo scorso settembre, seguita non solo dai quattro telegiornali della televisione di Stato, ma anche dalla radio, dalla trasmissione La Vita in diretta e dal Centro di Produzione Rai di Napoli che “metteva a disposizione una stazione satellitare completa di camera e operatore di ripresa”. Oppure, alcune direzioni del Partito Democratico, la visita del presidente degli Stati Uniti Barack Obama a Roma o il tragico ritrovamento del corpo della piccola Yara Gambirasio in un campo di Chignolo d’Isola, il 26 febbraio 2011.
Il piano di Gubitosi
Gubitosi ha in mente un piano ben preciso: riordinare il mondo dell’informazione Rai, a partire da due newsroom, di cui una composta da Tg1, Tg2 e Rai Parlamento e un’altra formata da Tg3, RaiNews 24 e dal Tgr (la testata regionale che va in onda prima o dopo, a seconda degli orari, il telegiornale diretto da Bianca Berlinguer). “E in prospettiva”, scrive Fontanarosa citando il rapporto, “punta addirittura su una sola testata” sul modello di Bbc, France Télévision e Ard. Il tutto potrebbe comportare già nel 2015 circa 10 milioni di risparmi, ma il processo dovrebbe terminare nel 2017, quando sarà conclusa la ristrutturazione degli studi romani di Saxa Rubra.