“Togliere la tv di Stato dalle mani dei partiti”. Con questa premessa, siamo arrivati oggi a quello che forse può considerarsi il più grande riavvicinamento politico di questa legislatura: quello tra PD e M5S. Il premier Matteo Renzi ha espresso con testuali parole la propria determinazione a riformare qualcosa che al Movimento sta molto a cuore, e cioè la televisione di Stato (ne è ultima riprova anche il documento presentato al presidente Mattarella, che contiene un punto interamente dedicato alla Rai). Su questa base, giorni fa il premier ha infatti lanciato la proposta di un incontro con Grillo, che stando ad un’intervista sul Corriere sembra aver accolto l’invito, dichiarando che i Cinquestelle sono disponibili al dialogo.
Alle parole sono seguiti i fatti: Roberto Fico (presidente della Vigilanza Rai targato cinquestelle) e Michele Anzaldi (membro della Commissione in quota Pd) hanno iniziato a dialogare, prendendo i primi contatti. Inoltre, alle ore 13 i membri Pd della Vigilanza Rai terranno un incontro ad hoc al fine di preparare delle proposte da presentare al futuro confronto con i Cinquestelle. Non è però in vista nessun faccia a faccia tra i due leader, che potrebbero continuare a dialogare indirettamente tramite annunci (specialmente Grillo) e dichiarazioni alla stampa (specialmente Renzi). “Se il Pd vuole lavorare all’apertura del disegno di legge questo è il momento giusto. Faccio un appello ai loro capigruppo per riuscire ad aprire un canale forte nelle commissioni competenti. Cominciamo da trasporti e telecomunicazioni”, ha detto Fico. “Se nessuno bara – afferma, intervistato da La Stampa – stavolta un accordo si raggiunge”.
Pd e M5S: alleanza sulla Rai?
L’idea di Renzi sul confronto con il Movimento 5 Stelle, che potrebbe garantire un appoggio su questa riforma, nasce da una condizione endemica della maggior parte del sistema partitico italiano: la gelosa custodia della propria fetta di Rai. Il premier sa infatti che con enorme difficoltà riuscirebbe ad intercettare voti da partiti come Forza Italia, UdC o persino Ncd (suo alleato) per approvare, ma in fase preliminare anche definire, un progetto che cambi radicalmente la televisione pubblica. Anche i possibili voti di Sel non basterebbero, giacché al più andrebbero a coprire in parte una potenziale defezione di Ncd sulle future votazioni: per questo Renzi cerca un alleato forte, sia in grado di coprire le eventuali emorragie (e non è da escludere che anche dall’interno del Nazareno qualcuno scappi di mano) sia in grado di dare un valore politico aggiunto al progetto.
A preludio di questo nuovo e possibile accordo, vi è anche la votazione di ieri sugli ecoreati, che ha ottenuto l’approvazione anche dei Cinquestelle, nonché l’astensione del Movimento in commissione giustizia sull’allungamento della prescrizione per i reati di corruzione (Ncd, alleato di governo, ha invece votato contro). Questa piccola intesa, per ora basata più su una non-belligenza, potrebbe essere preludio anche di un altro progetto tanto caro al Movimento ed ai Cinquestelle: quello del reddito minimo di cittadinanza. Effettivamente troppo onerosa nel progetto-madre, l’idea potrebbe essere però proposta come segnale di apertura bilaterale dei democratici verso i pentastellati, o almeno così probabilmente spera il Movimento.
Malumori in Ncd
E’ decisamente presto per parlare di nuovo equilibrio politico, ma c’è da dire che il clima, negli ultimi tempi, oltre ad essersi calmato è anche per certi aspetti cambiato, giacché, come visto, su alcuni punti il Partito Democratico ed il Movimento 5 Stelle sembrano riuscire a trovare un accordo. Al contrario, si registrano defezioni del partito di maggioranza Ncd in determinate e specifiche votazioni nonché uno scomodo tirar la giacchetta al governo su alcune questioni “scomode” (il finanziamento alle scuole private da mettere nella riforma dell’istruzione, ad esempio). Anche se le dichiarazioni del Nuovo Centro Destra su questa potenziale piccola grande intesa tra i due più grandi partiti d’Italia sono scarne, c’è da sospettare fortemente che questa non-inimicizia non sia stata accolta con troppa felicità. Ncd sa inoltre che se non dovesse più ritrovarsi tra le braccia del PD, sarebbe costretto a dialogare con Forza Italia, la quale però è messa al muro dalla Lega, che chiede la testa di Alfano e minaccia di lasciar solo il Cavaliere se dovesse anche solo avvicinarsi al partito di destra di governo. Alfano, quindi, cammina su un terreno scivoloso.
Di Maio: “Reddito di cittadinanza non è merce di scambio”
“Il reddito di cittadinanza non è una merce di scambio per strappare altri accordi al Movimento Cinque Stelle”. Lo mette in chiaro il vice presidente della Camera e membro del direttorio M5S, Luigi Di Maio, a margine di una conferenza stampa a Montecitorio sul microcredito.