Renzi, ecco l’agenda del suo secondo anno di Governo
Renzi è pronto a dare inizio al secondo anno di Governo. Dal 22 febbraio del 2014 di cose ne son successe. Annunci, promesse e riforme. Già, le riforme. Lo snodo cruciale per chi vorrebbe, come è suo dichiarato intento, far cambiare verso all’Italia. Proprio le riforme negli ultimi giorni sembrano aver subito una battuta d’arresto o, quanto meno, un rallentamento.
“Meno decreti possibile”
Sulla scuola ad esempio, pesa la scelta di non ricorrere allo strumento del decreto. Tornando sulla vicenda, il premier ha voluto ribadire: “Sulla scuola ci siamo impegnati con il presidente della Repubblica e con le opposizioni a presentare meno decreti possibile”. E ancora: ”Mettiamoci d’accordo: prima mi accusano di essere un dittatore che vuole fare tutto da solo, se presento un disegno di legge aperto alla discussione mi accusano di non decidere. Ci sono sei mesi prima di assumere i precari, vediamo se la legge va avanti o se ci sarà il requisito di urgenza per un decreto
Nonostante ciò, Matteo Renzi sembra avere le idee chiare e prova a dettare quella che sarà l’agenda del suo secondo anno di Governo.
Unioni civili, fisco e Pa
Lo fa in una intervista rilasciata all’Espresso rilanciando su temi caldi come unioni civili, fisco e pubblica amministrazione. Sulle prime dichiara: “Dobbiamo procedere con la stessa determinazione che abbiamo messo sulla legge elettorale. Fare le cose di sinistra”. Sul fisco: “Non c’è solo l’accordo fiscale con la Svizzera. Spero di recuperare un po’ di denari anche dal Vaticano” e aggiunge: “Stiamo discutendo. Ci sono molti italiani coinvolti e credo che la Santa Sede sia interessata a fare un repulisti”. Per quanto riguarda la Pubblica amministrazione invece: “Dobbiamo passare a quattro corpi di polizia. E poi i ministeri devono parlarsi di più. Per il governo io ho in testa il modello di una giunta che funziona con un forte potere di indirizzo del sindaco”.
Il nuovo Pd “non sia solo comitato elettorale”
Ma la sorpresa più grande, Renzi sembra riservarla sul proprio partito: “Dobbiamo ritornare a un partito in cui essere iscritti, avere la tessera del Pd in tasca, significhi contare nelle scelte. Serve una strada nuova rispetto al vecchio modello di partito ormai superato, ma anche rispetto al partito all’americana che era il mio sogno iniziale”. E lanciando la sua idea di Partito democratico, apre alla minoranza: “Un partito che non sia solo un comitato elettorale. Se nel Pd si vuole discutere di questo sono pronto”.
A Bersani “Sua battaglia su legge elettorale è incomprensibile”
Il segretario del Pd destina poi un messaggio a Bersani: “La sua battaglia su dettagli della legge elettorale è incomprensibile. So che nel Pd c’è una parte dice di no a tutto per principio. Faccio le riunioni? Troppo poco. Non faccio le riunioni? Vuol dire che decido da solo”. Poi l’ironica citazione: “Mi sembra il modello “Cara ti amo” di Elio e le Storie Tese: se resto in casa mi opprimi, se esco dici che questa casa non è un albergo…”.
Un nuovo partito alla sinistra del Pd?
E guardando ancora più a sinistra, Renzi immagina un nuovo partito guidato da Maurizio Landini o, a sorpresa da Laura Boldrini. Sul presidente della Camera dice: “Non mi spiego certe posizioni che ha preso negli ultimi giorni, uscendo anche dal suo perimetro di intervento istituzionale”.
Landini “Non c’è un nuovo soggetto politico”
Intanto da Taranto, ad escludere la nascita di un nuovo partito, è stato proprio il segretario nazionale della Fiom Landini: “Non c’è un nuovo soggetto politico, noi abbiamo parlato di coalizione sociale, ovvero il mestiere del sindacato: quello di unire tutto quello che le imprese dividono”. Aggiungendo: “Io non mi metto alla guida di nulla. Io sono il segretario generale della Fiom e il sindacato è stato sempre un soggetto generale che fa politica perchè ha una idea generale: questa è la storia della Fiom e della Cgil”.
Salvini, Berlusconi, il Patto e Beppe Grillo
Dalla parte opposta ci sono invece Salvini e Berlusconi. Impossibile non rievocare il Patto del Nazareno in merito al quale il premier appare fermo sulle proprie posizioni: “Io sono stato leale con il Patto del Nazareno, lui no. Penso perché costretto da Brunetta. E da qualche stratega illuminato di Palazzo Grazioli”. Sull’ex Cavaliere aggiunge: “Berlusconi è il capo del principale partito dell’opposizione, dato che Grillo si tiene fuori da tutto, si marginalizza da solo. Ma sono rimasto molto scottato dall’atteggiamento di Berlusconi sull’elezione di Mattarella”.
Riforma Rai “Mi piacerebbe ogni rete avesse sua identità”
A tenere banco negli ultimi giorni, sono state anche le vicende legate a Rai e Rcs-Mondadori. Sulla prima, Renzi è tornato ad escludere di voler ricorrere al decreto aggiungendo, inoltre: “Mi piacerebbe che ogni rete avesse la sua identità. Dovranno avere un’identità culturale. Raiuno generalista, su Raidue l’innovazione e la sperimentazione, su Raitre la cultura. E non voglio più andare in giro per il mondo con cinque microfoni della Rai a intervistarmi. Ne basta uno”.
Su vicenda Rcs-Mondadori
Sull’altra vicenda rispondendo invece alle preoccupazioni di Franceschini, il premier dichiara: “Io non mi preoccupo di Mondadori, mi preoccupo di Rcs-Corriere della Sera il cui valore è stato distrutto da scelte discutibili”. Altro tema caldo, quello Raiway-Mediaset: “Mediaset faccia ciò che serve per la loro azienda rispettando le regole. E noi le regole non le cambiamo per Mediaset, né in positivo, né in negativo. Il 51 per cento di Raiway deve restare pubblico, su questo non si discute”.
Renzi risponde a polemiche su “renzicottero”
E negli ultimi giorni è rimbalzata sui social, e non solo, la polemica sull’eccessivo utilizzo da parte del premier dell’elicottero di Stato. Su quello che in molti non hanno tardato a definire ironicamente “renzicottero”, il presidente del Consiglio ha detto: “L’ho preso e continuerò a prenderlo. Tutte le volte che sarà necessario”.
Sulla crisi “Se cancelliamo paura possiamo farcela”
Volendo poi fare una sorta di bilancio di quello che è stato il suo primo anno di Governo, Renzi riserva qualche parola all’analisi della crisi economica: “Un anno fa avevamo dato un quadro in linea con le previsioni europee. A rallentare non è stata l’Italia, noi siamo migliorati rispetto al passato, è stata l’Europa. I segnali positivi non bastano, ma se cancelliamo la paura possiamo farcela”. E aggiunge: “Per il 2015 l’Ue ci assegna un più 0,6, Banca d’Italia più uno, Confindustria lancia cifre molto più positive. Noi abbiamo previsto un più 0,5: tutto quello che viene in aggiunta è un tesoretto che utilizzeremo”.