Osservatorio Lorien: cresce il timore per l’avanzata dell’Isis
Il 2 marzo scorso l’osservatorio Lorien ha effettuato il suo periodico report di argomento socio-politico. In primissimo piano ci sono le opinioni degli italiani sulla manifestazione della Lega a Roma e i crescenti timori verso i temi di politica estera.
Osservatorio Lorien del 3-03-2015 (argomento sociale)
Si parte, proprio, con i giudizi riguardo la manifestazione organizzata da Salvini che ha riunito a Roma tutta l’estrema destra italiana. Il 18% del campione dichiara di condividere i contenuti dell’evento che ha avuto un ampio risalto a livello mediatico, come dimostrato dal fatto che il 77% ne ha sentito parlare. A livello complessivo il 23% giudica positivamente la manifestazione mentre praticamente un intervistato su due non crede che questa abbia rappresentato un successo per il leader leghista. Cosa possiamo dedurre da questi dati? Per L’istituto demoscopico “ Si tratta, ancora una volta, dell’esplicitarsi anche su fronti e contenuti diversi di una propensione (in crescita da mesi) al voto per la Lega Nord. Attenzione: essa si esplica in primo luogo in termini di simpatia e di crescita del bacino potenziale di elettori e solo in secondo tempo in vere e proprie intenzioni di voto.”
Se si guarda alla politica estera, invece, sono sempre più evidenti le crescenti preoccupazioni degli italiani. In particolare tiene in elevata apprensione l’avanzata dell’Isis in Siria, Iraq e Libia (90 e 91%) e la situazione Ucraina (76%). Non trova l’approvazione della maggioranza la politica estera del Governo che si ferma al 46% di consensi.
Nonostante il crescente pericolo percepito, gli italiani sono assolutamente contrari ad un intervento militare in Libia. Questa ipotesi trova solamente il favore di circa due persone su dieci, mentre il 74% è per il no all’intervento. Gli elettori più interventisti sono quelli della Lega (45%), seguiti dagli “alfaniani” (30%) e a sorpresa da quelli del Pd (28%). L’Osservatorio Lorien, restando sull’argomento, ha poi chiesto in che modo dovrebbe intervenire l’Italia in quella che fu la nostra colonia. Prevale nettamente (54%) l’idea che l’Italia dovrebbe impegnarsi per trovare una soluzione diplomatica e non militare.
Prima di passare all’argomento fiducia, l’istituto demoscopico ha analizzato il parere del campione sul Jobs Act. Qualcosa non ha funzionato nel Pd e nel governo a livello comunicativo perché addirittura il 53% non ha capito e non è a conoscenza dei contenuti della riforma. Non arrivano notizie positive per Poletti nemmeno dal gradimento generale: solo il 36% giudica positivamente la riforma del lavoro.
Passando ai singoli provvedimenti gli italiani dimostrano di gradire particolarmente singoli elementi del disegno di legge: la conciliazione dei tempi vita-lavoro (69%), il limite dei rinnovi per i contratti precari (60%), l’assegno sociale di disoccupazione (60%), l’abolizione di co.co.co. e co.co.pro (50%). Non trova molto consenso la riforma dell’articolo 18 che si ferma al 31% di consenso.
Cambiando argomento e analizzando la fiducia verso l’esecutivo e verso il futuro si nota come queste abbiano nell’ultimo mese un andamento divergente. Torna a crescere quella verso il Governo che si attesta al 46% (+2%) mentre scende di un punto percentuale l’indice di fiducia verso il futuro che si ferma al 50%.