L’ex moglie del procuratore argentino Alberto Nisman ha presentato una perizia che avallerebbe l’ipotesi dell’omicidio.
Nuovi elementi
Alberto Nisman è stato ritrovato senza vita nel suo appartamento lo scorso gennaio: il giorno dopo avrebbe dovuto presentare al parlamento argentino la sua denuncia contro Cristina Kirchner. Secondo il procuratore, la Kirchner avrebbe tentato di insabbiare le responsabilità iraniane in un sanguinoso attentato contro la comunità ebraica di Buenos Aires del 1994.
Sandra Arroyo Salgado, ex moglie del Procuratore Alberto Nisman, ha presentato i risultati di una perizia che esclude sia il suicidio sia l’incidente e avalla l’ipotesi dell’omicidio.
Da parte loro le autorità argentine non hanno ancora pubblicato i risultati dell’autopsia, tuttavia, la versione ufficiale accredita la tesi del suicidio, indotto o meno. La procuratrice Viviane Fein, ultimamente, ha lasciato intendere che i primi risultati dell’esame cadaverico non indicano “alcun intervento esterno” anche se, a metà febbraio, nell’appartamento di Nisman è stata ritrovata una traccia di DNA appartenente a una persona non identificata. Non sono state fornite ancora ulteriori notizie al riguardo.
La perizia
Sandra Arroyo ha dichiarato che l’autopsia sul corpo di Nisman è stata condotta in assenza dei familiari, questo ha portato “a conclusioni affrettate” e a una serie di equivoci “funzionali agli assassini”.
La perizia, condotta da un gruppo di esperti guidato dal legale Osvaldo Roffo, insieme a un medico, un criminologo, uno psichiatra e un informatico, si distacca dalla ricostruzione degli investigatori sostanzialmente in 3 punti. Per prima cosa, non sembra che Nisman sia morto sul colpo: vittima di una grave emorragia esterna, avrebbe agonizzato a lungo. Inoltre, la posizione in cui è stato ritrovato il cadavere non è quella originale, tuttavia, non viene specificato se a spostare il corpo sia stato l’assassino o un tentativo di soccorso. Secondo la nuova perizia il momento della morte sarebbe da anteporre di circa 36 ore, dunque, Nisman sarebbe morto il 17 gennaio e non il 19.