L’articolo 18, quello sulla reintegrazione nel posto di lavoro dopo un licenziamento senza giusta motivazione, cambierà anche per gli statali. Ne parla la Ministra della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia, in un’intervista a Il Foglio.
Madia parla di semplificazioni: “già oggi per i licenziamenti equiparabili a quelli ‘economici’, esiste la messa in disponibilità per due anni, con l’80% dello stipendio, prima del licenziamento. Con la delega semplificheremo poi i provvedimenti disciplinari per poterli utilizzare concretamente. Oggi lungaggini burocratiche e di altro tipo rendono troppo complicato il meccanismo. A fianco di tale semplificazione – continua l’esponente dem – ritengo comunque che il reintegro sul posto di lavoro, per un dipendente pubblico licenziato per motivi disciplinari, debba essere sempre possibile”, in quanto “ci deve essere la possibilità di porre rimedio a scelte sbagliate, nell’interesse della collettività”.
Madia: “E’ la più grande operazione di mobilità della storia repubblicana”
Poi passa alla delicata quanto spinosa faccenda delle province. Enti ormai dismessi, resta il grattacapo dei dipendenti non eletti che lavoravano lì. La loro integrazione in altri enti è più difficoltosa del previsto in quanto “sui 39 mila dipendenti provinciali complessivi, sono circa 19 mila quelli necessari alle funzioni che restano”. La Madia, senza paura di esser smentita, parla della “più grande operazione di mobilità della storia repubblicana. È nella filosofia della riforma: il dipendente pubblico non può essere considerato ‘proprietà privata’ di questa o quell’altra amministrazione”.
Daniele Errera