Difficile non ripetersi. Ogni giorno la frattura dentro il Pd sembra dilatarsi sempre di più. Tanto che, nelle scorse settimane, è nata una “non corrente” di catto-renziani con a capo Delrio, Lotti e Richetti per attorniare la corte del premier e tutelarlo dagli attacchi continui delle correnti non allineate. Oggi è arrivato anche l’invito di Area Riformista (correntone che fa capo al capogruppo alla Camera, Roberto Speranza) a partecipare ad un’iniziativa intitolata: “la sfida dei riformisti nel Pd”. Sottotitolo: “La sinistra, il Governo, l’Italia” (e allora perché non la pace nel mondo, la salute e la deforestazione amazzonica?). La convention si terrà a Bologna all’Hotel “I Portici” in via Indipendenza 69 dove, dalle 9.30 alle 14, interverranno principalmente tre esponenti di spicco della dirigenza nazionale: in ordine Pierluigi Bersani, ex segretario democratico, Maurizio Martina, ministro dell’Agricoltura, e Roberto Speranza.
Minoranza Pd, la convention
La convention. “Sono passati due anni dalle elezioni politiche ed il PD, in un contesto molto difficile dato dal prolungarsi della severa crisi economico-sociale del Paese, ha avviato una stagione di importanti riforme– si legge nell’introduzione – la riforma del lavoro, della legge elettorale e quella della seconda parte della Costituzione, sono solo alcune di queste”. L’incontro si propone di elaborare “idee” e capire “come coinvolgere le tante energie che si ispirano alla sinistra riformista”. Poi la chiusura: “Il nostro ruolo è centrale e le proposte che sosteniamo possono fare la differenza per il PD, per la qualità democratica e l’equità della ripresa economica nel Paese”. L’ennesima stoccata contro Renzi. Parlare a nuora perché suocera intenda.
Minoranza Pd: “Riforme del governo autoritarie”
Riforme autoritarie. Poi c’è Pippo Civati. Il filosofo brianzolo non è mai d’accordo con il suo partito. Certo, argomenta sempre le sue prese di posizioni ma ogni volta che si trova sul punto di rompere, nulla succede. Tutto tace. Da mesi porta avanti una battaglia interna contro le riforme renziane e stamani è tornato ad attaccare quel “pasticcio” che è la riforma costituzionale: “In molti, negli ultimi tempi, in Parlamento e fuori, si sono accorti che la riforma costituzionale che si sta per votare alla Camera è un pasticcio clamoroso e contiene parecchi elementi incongruenti e pericolosi per il bilanciamento dei poteri e delle funzioni” scrive Civati sul suo blog ciwati.it. La battaglia della minoranza si è sempre rivolta al tema dell’elezione diretta o meno dei nuovi senatori: “un Senato che non viene abolito, ma mortificato, che continua a occuparsi di cose importantissime (come la riforma costituzionale) e però non viene eletto se non dai politici”. Naturalmente Civati non è l’unico a pensarla così. Molti giuristi e costituzionalisti parlano di “deriva autoritaria” prodotta dal combinato disposto tra Italicum e riforma del Senato: Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelsky, Sandra Bonsanti, Lorenza Carlassare e molti altri. E Il Fatto Quotidiano ha anche lanciato una raccolta firme in estate che ha raccolto più di 250mila sottoscrizioni. Civati a parte, il referendum finale per Renzi e i suoi non sarà una passeggiata.
Giacomo Salvini