Laura Boldrini non ci sta, e replica al presidente Renzi, che l’aveva accusata di essere uscita “fuori dal perimetro” a causa delle sue ripetute esternazioni critiche nei confronti del governo. Secondo la presidente della Camera, il governo Renzi starebbe svuotando eccessivamente il Parlamento dalle sue funzioni, a causa del continuo ricorso alla decretazione d’urgenza.
E mentre Matteo Renzi, in una intervista con Marco Damilano pubblicata sull’ultimo numero dell’Espresso, ribadisce l’intenzione di dialogare con Berlusconi (che domenica terminerà di scontare la condanna ai servizi sociali per il caso Mediaset), la terza carica dello Stato – che finora, dopo aver definito Renzi “l’uomo solo al comando” aveva accuratamente evitato ulteriori dichiarazioni a tal proposito, visto il suo delicato ruolo di arbitro – replica con decisione alle parole del presidente del Consiglio.
Boldrini: “Difendere il Parlamento è il mio dovere”
Intervistata dalla Stampa e dal Secolo XIX, la Boldrini ha affermato che “difendere le prerogative del Parlamento è il primo dovere di un presidente della Camera. In ogni caso non intendo alimentare ulteriori polemiche, anche se ritengo fisiologico che ci possa essere una certa dialettica tra istituzioni, soprattutto su questi temi. Ognuno interpreta come crede – prosegue Boldrini – però io invito a non prescindere dalla realtà. E la mia realtà da presidente della Camera è già molto piena. Non facciamo voli pindarici”
La titolare dello scranno più alto di Montecitorio ha poi affrontato il tema dell’eccessiva durata delle procedure parlamentari, alla quale dovrebbe far fronte l’entrata in vigore di un nuovo regolamento, finalizzato a “dare tempi certi al governo per i suoi disegni di legge così da non far ricorso, se non in casi davvero necessari e urgenti, ai decreti. Al tempo stesso, però, questa riforma prevede che anche le opposizioni abbiano la facoltà di portare in Aula i loro provvedimenti”.
È stata proprio la paventata ipotesi di riformare la Rai attraverso un decreto legge a stizzire la presidente della Camera, che sulla questione aveva dichiarato che non ci fosse nulla di imminente, suscitando a sua volta le critiche dei fedelissimi renziani. In ogni caso, è innegabile che – a dispetto dell’art.72 della Costituzione, in base al quale si può ricorrere a decreto legge solo in caso di dichiarata urgenza – negli ultimi decenni, come evidenziato anche da larga parte della dottrina, si sia verificato un crescente abuso del ricorso a decreti leggi, spesso senza che vi fosse rilevato alcun elemento di urgenza. Il governo Renzi dovrà adesso individuare una strada per far fronte a questo problema che si trascina da troppo tempo, evitando al contempo di paralizzare l’azione legislativa.