L’Italia è tra i Paesi al mondo con minore crescita demografica, il secondo in Europa dopo la Germania per età media della popolazione. Pochi altri Stati al mondo hanno subito una metamorfosi simile alla nostra: gli italiani erano additati, quando emigravano oltremare come uno dei popoli più prolifici, anche con disprezzo si diceva che “si riproducono come conigli”, con svariati figli a testa, l’Italia aveva una crescita naturale così importante da farle raddoppiare la popolazione in un secolo, dal 1871 al 1971.
Tuttavia a partire proprio da quegli anni, dalla fine degli anni ’60, terminato il baby boom del Dopoguerra e del benessere economico, è cominciato il crollo del tasso di crescita naturale che è passato da 9,2 (ogni mille abitanti) del 1966 al 1,5 del 1980, per poi mantenersi sopra lo 0 fino al 1993, dopo di che sarà qui sempre in campo negativo, fino agli ultimi anni della crisi quando anche gli immigrati stanno abituandosi agli stessi modelli autoctoni a livello procreativo, e in cui la decrescita demografica ha raggiunto il -1,4 persone per 1000 abitanti.
E i vicini europei? Nelle due seguenti infografiche il dato dell’Italia è stato messo a confronto con quello di Francia e Germania, mettendo l’Italia in ascissa e gli altri Paesi in ordinata e osservando come si rapportano i diversi tassi di crescita naturale, e quello che si vede chiaramente è che se fino agli anni ’70 era l’Italia a superare entrambi nella crescita, dopo il 1976 la Francia ferma il suo calo e rimane su livelli decisamente superiori di crescita demografica, intorno alle 3-4 persone per 1000 abitanti in più all’anno contro i nostri numeri negativi.
La Germania ha invece un andamento sempre peggiore di quello italiano, anche se dopo gli anni ’70 quando la Germania perdeva intorno al 4 per mille di popolazione all’anno contro l’Italia che ancora cresceva, anche in questo caso il peggioramento della crescita si è stoppato e c’è stato un recupero rimanendo però sempre in campo negativo, e inferiore all’Italia, anche negli ultimi anni , seppur di poco.
E’ chiaro che in Italia come in Germania in particolare, ma così in tutta Europa si pone il problema dell’immigrazione, come rimedio all’inesorabile calo della popolazione, che sarà evidente nei prossimi decenni, con le conseguenze che già vediamo sulla crescita economica, e sulla sostenibilità del welfare o delle pensioni.