I finanziamenti alla politica siano pubblici affinché i politici siano chiari, onesti e indipendenti. Questo, il pensiero di Papa Francesco, intervistato a febbraio da La Carcova News, un magazine prodotto in una zona povera dell’area della Grande Buenos Aires, parlando delle imminenti elezioni presidenziali in Argentina.
Indipendenti a partire da una campagna elettorale non finanziata
Nell’intervista, riportata questa mattina dal quotidiano dei cattolici Avvenire, parlando ancora una volta del concetto di periferia, intesa come luogo di confine, da cui, spesso si vede meglio la realtà, il Pontefice ha dispensato alcuni consigli anche ai governanti e politici della sua terra in vista delle elezioni.
Per Francesco, un obiettivo da raggiungere, è quello della “campagna elettorale di tipo gratuito, non finanziata”, perché “nel finanziamento della campagna elettorale entrano in gioco molti interessi che poi ti chiedono il conto”. Per “essere indipendenti da chiunque”, nella consapevolezza che ci sia “sempre bisogno di soldi per i manifesti, per la televisione…” quando si affronta un’elezione, il Santo Padre ha auspicato che “in ogni caso il finanziamento sia pubblico”. “Io, come cittadino, so che finanzio questo candidato con questa precisa somma di denaro”, ha proseguito Sua Santità, per cui, oltre all’indipendenza, sono necessari anche la trasparenza e “l’onestà nella presentazione della propria posizione”.
“Importante anche una piattaforma elettorale concreta”
Fondamentale, secondo Francesco, è proprio la posizione che ciascun candidato sostiene. In questo senso, il Pontefice, ha parlato di “piattaforma elettorale concreta“, per cui “ognuno dica: noi, se andremo al governo, faremo questo e quest’altro”.
Per il Papa, infatti, la piattaforma elettorale rappresenta un elemento di grande chiarezza perché “aiuta la gente a vedere quello che ognuno pensa”. Raccontando un aneddoto risalente a precedenti elezioni, poi, Francesco ha sottolineato che il programma sia chiaro e “ben pensato”, oltre che conosciuto dagli stessi candidati, che, spesso “non conoscono la piattaforma elettorale del proprio raggruppamento”.