Negli ultimi mesi all’interno dei partiti politici ha preso piede in maniera quasi incontrollabile la figura del dissidente. Una sorta di “ribelle politico”, che come mission principale ha, più che portare acqua al suo partito, quella di toglierla al rivale. Che, incidentalmente, è quasi sempre il leader del partito. La fenomenologia del ribelle è trasversale e colpisce la destra come la sinistra. Ecco una breve carrellata di personalità dissidenti senza se e senza ma, divise per appartenenza politica.
Partito democratico
Nel PD super renziano di quest’ultimo anno, i due ribelli per eccellenza sono Pippo Civati e Stefano Fassina, entrambi di provenienza DS. Il primo, originariamente vicino a Renzi e nel 2013 candidato alle primarie per la segreteria, negli ultimi anni si è via via allontanato dal premier fino a contestarne tutte le scelte di governo. Ha detto no al Jobs Act, alle riforme istituzionali, all’Italicum e allo Sblocca Italia. Molto simile la posizione di Fassina: anche lui ferocemente antirenziano, soprattutto per quel che concerne i provvedimenti di natura economica e lavoristica. Sono loro gli unici che, alla fine, potrebbero davvero decidere di abbandonare il PD.
Forza Italia
In un partito per 20 anni cristallizzato sulla leadership immutabile leadership di Silvio Berlusconi, la figura del dissidente è quasi un controsenso. Eppure, da quando l’ex premier ha cominciato a perdere qualche colpo, l’astro nascente Raffaele Fitto ha cominciato a scalciare, chiedendo primarie e mettendo quotidianamente in discussione le scelte dello stato maggiore. Se fossimo stati in altri anni, Berlusconi lo avrebbe già espulso: oggi lo deve sopportare. Anche con Denis Verdini il rapporto si è lentamente deteriorato: in nome del Patto del Nazareno, i verdiniani hanno addirittura preparato un documento con cui hanno preso la distanze dal voto contrario alle riforme.
Lega Nord
Dopo le rivalità Bossi-Maroni, tormentone del Carroccio per anni, oggi è la volta del dualismo Salvini-Tosi. Il segretario federale contro il sindaco di Verona che rivendica autonomia nella composizione delle liste: chi la spunterà? La situazione è in stallo da settimane e non è escluso che il segretario della Liga veneta possa perfino essere espulso.
Movimento 5 Stelle
Nel gruppo dei grillini, la dissidenza organizzata non è invece ammessa. In questi due anni chiunque abbia provato a contrastare la linea ufficiale dettata da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio è stato gentilmente accompagnato alla porta. L’unico a resistere, non tanto per clemenza grillina ma per consenso e prestigio personalmente costruito, è il sindaco di Parma Federico Pizzarotti. Quanto durerà?