Droghe, via libera della Camera al dl Lorenzin
Con 280 si, 146 no e 2 astenuti, l’aula di Montecitorio approva il decreto Lorenzin dopo la fiducia posta ieri dal governo. Il testo prevede la classificazione delle droghe in cinque distinte tabelle (2 dedicate a quelle leggere, altrettante a quelle pesanti, l’ultima ai cannabinoidi ad uso terapeutico) e non più in un’unica, così come aveva deciso la Consulta a inizio anno, dichiarando incostituzionale la legge Fini-Giovanardi in materia di tossicodipendenza. Rimane comunque critica la posizione del Nuovo centrodestra, partito di governo, rappresentato dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, prima firmataria del dl: “Daremo battaglia in Senato”, hanno fatto sapere alcuni alfaniani in Parlamento. Intanto, Lorenzin parla di “buon risultato” e di “testo equilibrato”.
Il decreto vieta la vendita e la coltivazione delle droghe leggere (arresto possibile solo in flagranza di reato), mentre non si applicano più le pene detentive agli acquirenti e agli utilizzatori finali delle sostanze di tipo II, ma soltanto sanzioni amministrative, ripristinando in qualche modo la legge Iervolino-Vassalli del 1990. Inoltre, a discrezione del giudice, possono essere applicate pene alternative al carcere (fissate in un periodo compreso tra i sei mesi e i quattro anni) per lo spaccio di droga, come l’affidamento ai servizi sociali.
Il ministro della Salute ci ha tenuto a sottolineare che “c’è la necessità di dare un messaggio forte al Paese, e cioè che drogarsi non è normale e dobbiamo sconfiggere la cultura della normalizzazione del drogarsi che sta provocando danni enormi sia agli adulti sia ai giovani”.