Fair Play finanziario e Salary Cap due sistemi di gestione dello sport a confronto, ma quali sono le principali differenze? Sta effettivamente funzionando la regola voluta da Michel Platini oppure sarebbe più utile passare al sistema “americano” utilizzato, per esempio in NBA, realizzando una rivoluzione completa e totale? In realtà oltre alle differenze di gestione economica, le due teorie nascono e nascondo differenze di approccio o se vorremmo dire anche filosofiche.
Fair Play finanziario: storia, pregi e difetti della norma Uefa
Le critiche e risultati raggiunti dal fair play finanziario
Tutto positivo,quindi? Non proprio così. Una delle prime criticità che alcuni giornalisti hanno fatto emergere riguarda l’ambito sanzionatorio. Quando il FpF venne introdotto si minaccia a più non posso l’esclusione dalle Coppe Europee. In realtà, i massimi organismi del calcio continentale hanno cambiato idea velocemente passando per sanzioni pecuniarie ( immaginatevi quanto poco appeal avrebbe una Champions senza Barca, Real, Psg e Man City). A questo punto, può essere utile, fare un esempio: quanto può pesare una multa, anche salata, immaginiamo di 80 milioni di euro, al PSG o al Man City? Poco. Immaginiamo la stessa sanzione alla Roma o all’Inter, probabilmente danneggerebbe i risultati della squadra per anni. Così facendo le disuguaglianze tra le società sportive aumenterebbero, ma soprattutto i massimi organismi hanno Già il problema del divario tecnico. Anche un altro esperto, Paolo Ciabattini su Calcio e Finanza ha insistito su questo tema: ” Oggi ci sono club con fatturati intorno ai 600 milioni, come Real Madrid, Barcellona, Bayern Monaco e Manchester United, subito dietro Chelsea, Juventus, Manchester City e Psg che non potranno mai raggiungerli senza realizzare perdite di bilancio attualmente impossibili con il FPF“. Nonostante questa criticità non è mancato un apprezzamento per la norma voluta dall’ UEFA: Ciò che apprezzo di più del fair play finanziario è evitare che alle differenze esistenti per fatturato, bacini, importanza del brand e vittorie conseguite nei primi cento anni di storia del calcio vi si aggiungessero anche quelle dovute agli interventi dei mecenati. Squadre come l’Inter, ad esempio, a un fatturato di 200 milioni di euro aggiungevano perdite di bilancio che rappresentavano più del quadruplo dei costi della Fiorentina e questo non lo trovavo giusto». Insomma per l’economista bocconiano si parla di Un sistema da migliorare ma che nel complesso sta funzionando.
Chiudiamo questa prima parte dell’approfondimento citando alcuni casi un pò particolari:
- Il Paris Saint-Germain ha sottoscritto un contratto di sponsorizzazione annuale da 200 milioni di euro, valido per quattro anni, con l’Autorità del turismo del Qatar. Mai conflitto d’interesse fu più palese visto
visto che il Psg è posseduto da un fondo d’investimento del Qatar. Quindi in sintesi si tratterebbe di un aiuto i Stato. Il dato, inoltre, è palesemente fuori mercato visto che il Barca dalla Qatar Fondation ne riceve “solamente” 30. - Il Manchester City nel 2011 ha sottoscritto nel 2011 un contratto di 10 anni da 350 milioni di sterline (425 milioni di euro), con la compagnia aerea Etihad. Casualmente questa compagnia è posseduta dal governo di Abu Dhabi, guidato proprio dal fratellastro del famigerato e onnipresente Al Mansour ( numero uno del City). Un affare di famiglia che copre anzi per meglio dire ricopre d’oro i bilanci dei citizens.
- Il caso sicuramente più particolare e forse simpatico è quello Trabzonspor. In questo caso i dirigenti hanno avuto il permesso dalle autorità di autofinanziarsi tramite una centrale idroelettrica sul Mar Nero. L’impianto riuscirà a generare energia per circa 10 milioni all’anno. Energia alternativa.
Fine prima parte- nella seconda si analizzerà il sistema della Salary Cup
Fonti:
http://www.linkiesta.it/it/article/2013/03/08/ecco-come-il-calcio-aggira-il-fair-play-finanziario/12077/
Fair play finanziario, un consulente UEFA ne spiega il peggior difetto