Era previsto per il 2019, ma è probabile che succederà quest’anno: la Cina è pronta a diventare la prima economia mondiale. Il dato nemmeno tanto sorprendente emerge da uno studio dell’International Comparison Program (ICP), cioè programma di confronto internazionale, della Banca Mondiale che è stato riportato oggi dal Financial Times. L’ICP nel 2005, le cui autorevoli stime non venivano aggiornate da allora, stimava che l’economia della Cina non superasse neanche la metà di quella degli Stati Uniti, la prima dal 1872 quando sottrasse il primato al Regno Unito, e si fermasse al 43%: secondo il nuovo studio, però, nel 2011 il PIL cinese rappresentava l’87% di quello statunitense, quindi, “nel 2011 gli Stati Uniti erano la prima economia mondiale seguiti a stretto contatto dalla Cina”.
Tuttavia considerando il costo della vita reale, quindi il potere d’acquisto dei due paesi (invece dei tassi volatili che spesso non corrispondono al costo di beni e servizi) e il fatto che, secondo il Fondo Monetario Internazionale, l’economia cinese nel triennio 2011-2014 crescerà del 24%, mentre quella statunitense solo del 7,6%, il sorpasso potrebbe avvenire già nel 2014.
Esulta anche L’India, nel 2005 era al decimo posto, salita al terzo posto: la sua economia è quasi raddoppiata; nel 2005 non arrivava a rappresentare il 20% del PIL americano, nel 2011 ha toccato quota 37%. Russia, Brasile, Indonesia e Messico sono tra i primi 12 del mondo, male a causa della bassa crescita e degli alti costi, appunto, di beni e servizi Regno Unito e Giappone che fanno ancora peggio degli Usa, rispetto a questi ultimi migliora la sua posizione la Germania (21,6% del PIL Usa), l’Italia rimane stabile all’ottavo posto (13,2% nel 2011).
Secondo i dati, però, I paesi “ricchi” continuano a rappresentare il 50% del Pil globale pur rappresentando solo il 17% della popolazione: situazione destinata a cambiare prima del previsto.
Guglielmo Sano