Riforme, in Forza Italia posizioni ancora distanti
Riforme, dopo il via libera della Camera al disegno di legge si anima la discussione in Forza Italia. Tra i più loquaci nel commentare l’esito del voto il capogruppo alla Camera Renato Brunetta. “Sessantaquattro deputati su 65 hanno votato contro il ddl Boschi. Io ho vinto. Berlusconi ha vinto”.
“Ho rappresentato la linea di Berlusconi e ho vinto. Come pure era la linea di Berlusconi quella che era passata nei mesi scorsi al Senato. Il problema è per Renzi, che non ha più una maggioranza”. In un’intervista a Repubblica Brunetta risponde all’accusa di un deficit di democrazia: “Noi abbiamo fatto due riunioni di gruppo al mese negli ultimi due anni. Venticinque alla Camera più altre sedici congiunte con i senatori. Quarantuno riunioni in venti mesi”.
Intervistato anche dal Giornale, Brunetta afferma di stimare Verdini “che è stato la prima vittima di Renzi e ha sempre combattuto per le sue idee a viso aperto, mettendoci la faccia. Io capisco i dubbi di chi ha creduto nel patto del Nazareno”, prosegue l’esponente di Fi, ricordando che la fine del Patto “è stata votata all’unanimità tanto nell’ufficio di presidenza quanto dai gruppi congiunti”.
“Noi abbiamo dato il sangue per questo patto. Per i nostri elettori non è facile capire la doppia maggioranza. Stai all’opposizione rispetto alle politiche di governo, ma voti con Renzi sulle riforme. Abbiamo perso consenso nei sondaggi. Ci siamo dovuti sorbire le prediche di Alfano che diceva non siete nè carne nè pesce. La Lega ne ha approfittato, passando da percentuali irrilevanti a punte del 15%”.
Rotondi: “Berlusconi ha sbagliato, riapra dialogo”
“Le riforme di Renzi prevedono la riduzione del numero dei parlamentari, poteri rafforzati per il governo, una legge elettorale maggioritaria. Queste proposte erano nel nostro programma. Non si capisce quindi perché non votare una riforma che è stata scritta a quattro mani da Pd e Forza Italia. Berlusconi ha sbagliato a sottrarsi. Ma domani è un altro giorno. E il mio sì è anche uno stimolo a riprendere il discorso con Renzi”. A dirlo Gianfranco Rotondi, deputato di Fi, in un’intervista al Mattino.
“In Forza Italia sono entrato perché me l’ha chiesto Berlusconi. Io sono democristiano e penso che dobbiamo privilegiare la nostra identità alle alleanze. Dobbiamo allearci con noi stessi, che siamo popolari. Il modello è Caldoro, che esprime un buon governo tenendo insieme Forza Italia, Alfano e Casini: bisogna costruire un partito unitario dei popolari italiani», afferma Rotondi, secondo cui «una figura come quella di Casini dovrebbe fare qualcosa in più per favorire questa prospettiva”. “Prima del voto ho parlato con Berlusconi – racconta Rotondi – e gli ho detto che la stagione del centrodestra così come lo abbiamo conosciuto è finita, sia perché i numeri dicono che Forza Italia non sarebbe la guida di una coalizione con Salvini, sia perché Salvini rappresenta un lepenismo che è quanto di più lontano dal popolarismo”.
Ravetto: “Mio dovere dire verità a Berlusconi”
“Voglio davvero bene a Berlusconi. Devo la mia carriera politica a lui. E proprio perché lavoro perché torni a essere il nostro leader, adesso ho il dovere di dirgli la verità. Di proteggerlo da quella cerchia di berlusconiani che pensano che ‘meno siamo e meglio stiamo’, che gli raccontano altre cose rispetto alla verità”.
Così Laura Ravetto, deputata di Forza Italia in un’intervista al Corriere della Sera. “Le cose che ho detto oggi (ieri, ndr), le ripeto da tempo. Avrei voluto dirle anche al presidente, se non fosse che ci impediscono di parlare con lui, che ci impediscono di avere un contatto diretto, che lo tengono ovattato, lontano dalla verità” afferma Ravetto, che risponde all’accusa di protagonismo: “Sono più protagonista io, che dico quello che penso e che ho lavorato su mandato del partito a cambiare questa riforma, o quelli che vogliono una Forza Italia che segue i diktat della Lega? Una volta i diktat li davamo noi”.
“Renzi ha sbagliato nel metodo. Ma le riforme sono un’altra cosa, sono la vita dei nostri concittadini. Non è che le votiamo o meno sulla base di una ripicca”, evidenzia Ravetto. “Io so che Berlusconi alla fine non si fa condizionare da nessuno, decide da solo. E, partendo da come andrà a finire, sono sicura che il no alle riforme sarà nuovamente corretto in corso d’opera prima al Senato, poi di nuovo alla Camera”.